Silmarillion Tolkien book

Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 1

Scrivere una recensione del Silmarillion cercando di riassumerne i contenuti è praticamente impossibile.
Tuttavia cercherò di farlo.
Se qualche fan di Tolkien non gradirà questa serie di articoli perché troppo semplicistica mi dispiace, ma l’obiettivo è quello di avvicinare alla lettura di un’opera grandiosa il maggior numero di persone possibile.
E ovviamente spiegare di cosa parli il Silmarillion a tutti coloro che per qualsiasi motivo non riescono a leggerlo.

Il Silmarillion non è altro che la “Bibbia” del fantasy, in particolare del mondo inventato da Tolkien, il cui nome è Arda.
Chi ha visto i film dello Hobbit e del Signore degli Anelli ha conosciuto una minuscola parte di Arda, chiamata Terra di Mezzo.
Il mondo inventato da Tolkien è in realtà molto, molto più grande.

Ti consiglio di guardare questo video per avere un’idea sulla mappa del Beleriand, dove ha ambientato la maggior parte del Silmarillion

AINULINDALË

Tutto ebbe inizio con la creazione del cosmo da parte di Eru, l’Unico, anche conosciuto come Ilùvatar. Fra tutte le sue creazioni, Eru creò per primi gli Ainur, nonché una sorta di dei incorporei.
Eru propose agli Ainur di cantare e questi diedero vita alla Ainulindalë, la melodia perfetta. Melkor, il più forte fra gli Ainur, durante una di queste melodie celestiali decise di sfidare l’autorità di Eru, cantando un altro tema.
Dopo essere stato provocato, Eru dimostrò di essere più forte di lui e lo umiliò. Melkor non accettò la sconfitta e lentamente divenne malvagio, bramando di raggiungere il potere di Eru, di prenderne il posto.
Melkor ricorda moltissimo un angelo caduto, è di fatto una figura simile a Satana, solamente che Eru, a differenza del Dio ebraico e cristiano, non ostacola in alcun modo le intenzioni di Melkor pur conoscendole. Diciamo che Eru rappresenta il libero arbitrio allo stato puro.

Attraverso la Ainulindalë, inconsciamente gli Ainur (chiamati Valar dagli Elfi) crearono Arda. Alcuni di loro si innamorarono immediatamente di quel mondo, il cui futuro videro attraverso una visione trasmessa loro da Eru.
Essi si apprezzarono immediatamente i figli di Ilùvatar (gli Uomini e gli Elfi) e guidati da Manwë (il preferito di Eru) decisero di prendere forma umana e di dimorare in Arda.
Il Mondo era giovane e dovettero plasmarlo grazie ai loro immensi poteri.
Ma anche Melkor aveva posato i suoi occhi e i suoi desideri su Arda.
Ormai conscio di non potere contrastare Eru, decise di diventare quantomeno il padrone di quel Mondo.

VALAQUENTA

Così, ciò che i Valar creano in armonia Melkor distrusse.
Se i Valar creavano una pianura lui la trasformava in una montagna e viceversa. Faceva di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote, visto che, come detto, voleva a tutti i costi diventare il padrone di Arda.

All’interno del Valaquenta c’è la descrizione dei principali Valar. Probabilmente vi dedicherò un articolo a parte, ma non temete, darò comunque delle informazioni a riguardo, evidenziando le principali caratteristiche degli dei di cui tratterò.

QUENTA SILMARILLION
(La storia dei Silmaril)

Capitolo 1: Dell’inizio dei giorni.

Melkor era talmente potente che i Valar non riuscirono a contrastarlo nemmeno unendo le forze.
Fu così che Tulkas, il più forte fisicamente fra tutti i Valar, si incarnò e costrinse Melkor alla fuga verso l’oscurità più profonda.
Così i Valar poterono finalmente completare la creazione di Arda e innalzarono due enormi lampade, Illuin e Omal, rispettivamente la prima venne eretta a settentrione e la seconda venne posta al meridione, per illuminare tutto il mondo.
Di fatto, a quel tempo era sempre giorno.

Per festeggiare la creazione del mondo e delle cose, Manwë decise di dare una lunghissima festa, a cui presero parte tutti i Valar, fra cui Tulkas.
Questi si addormentò di un sonno profondo e Melkor ne approfittò per vendicarsi.
Radunati diversi spiriti malvagi, distrusse entrambi gli enormi lampioni eretti dai Valar, facendo tornare l’oscurità sopra tutto il mondo. E distrusse anche Almaren, la dimora dei Valar, che si trovava nella Terra di Mezzo.
Così finì la primavera di Arda.

Dopo questi nefasti avvenimenti, i Valar decisero di recarsi nella Terra di Aman, ad ovest della Terra di Mezzo. Qui diedero vita al regno imperituro degli dei, chiamato Valinor. Si tratta di una sorta di Paradiso terrestre.
Esso era illuminato da due giganteschi alberi: Telperion e Laurelin, che di fatto fungevano da luce del sole e della luna, scandendo le ore del giorno.

Tuttavia, queste luci illuminavano solamente Valinor, mentre il resto del mondo era ricoperto dall’oscurità, dove Melkor poteva agire indisturbato…

Solamente Yavanna (la creatrice di Telperion e Laurelin) ed Oromë (simile ad Artemide, la dea greca della caccia, ma in versione maschile) si recavano nella Terra di Mezzo cercando di sanare i malefici di Melkor. Avvertivano costantemente i Valar del pericolo rappresentato dal Traditore, ma questi non li ascoltavano.

Il capitolo si conclude con un discorso di Eru in persona che spiega le differenze fra gli Uomini e gli Elfi. In particolare, gli Elfi sono le creature perfette, ricche di doni e di bellezza. Gli Uomini non vantano tutti i doni ricevuti dagli Elfi, ma hanno un dono nuovo e particolare: la morte.

Come Tolkien spiega (e sono d’accordo con lui) la morte è un dono in quanto gli Elfi essendo immortali sono totalmente legati al destino del mondo, quindi anche alla sua fine, il che non è piacevolissimo direi.
Gli Uomini invece sono liberi. Possono sfruttare e assaporare maggiormente il tempo di cui dispongono.
Questa dicotomia è evidente specialmente nel noto episodio del Signore degli Anelli in cui Arwen sceglie di vivere una vita mortale insieme ad Aragorn, piuttosto che vivere in eterno senza di lui.
In sostanza, mortalità ed immortalità sono semplicemente due doni diversi, con pregi e difetti.
Tolkien è riuscito a rappresentare la morte, temuta da tutti gli Uomini, in un dono incredibile. Per questo gliene sarò per sempre grato e vi consiglio di leggere le sue esatte parole in merito per comprendere fino in fondo ciò che intenda.

Concludendo, c’è anche una distinzione fra l’aldilà degli Elfi e degli Uomini. Una volta morti, gli Elfi si recano nella Aule di Mandos (paragonabile al dio dei morti, quindi ad Ade), mentre non si sa dove finiscano le anime degli Uomini. Si sa solo che parteciperanno alla seconda Musica degli Ainur, quindi probabilmente a una seconda creazione.

Spero che questa prima parte dedicata al Silmarillion sia piaciuta e abbia destato interesse!

Puoi leggere il secondo articolo qui: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 2 – Gli Elfi in Tolkien

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Al prossimo articolo!

40 commenti

  1. L’ho letto due volte e prima o poi lo rileggerò ancora (insieme a Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli) e, seppur molto diverso da parte a parte come tematiche e stile, l’ho preso come riferimento per la genesi del mio Sphaera… sempre che qualcuno scopra qualcosa di più di quanto di racconta in giro 😛

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  2. Bentrovato! Ottimo articolo, sei stato davvero molto bravo a riassumere in poche righe una parte così complessa del Silmarillion. Ho apprezzato particolarmente la tua riflessione sulla morte in Tolkien, è uno dei messaggi più belli dei suoi romanzi. Non mi resta che concludere invitandoti a ripassare dal mio blog se ora hai più tempo libero…alla prossima!

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    1. Ciao Domenico! Sí, posso dire di essere ritornato finalmente, anche su Legends of Arda che mi é molto mancata.
      Certamente passerò sul tuo blog con molto piacere. Devo recuperare il tempo perso e ora che scrivo questi articoli sul Silmarillion il tuo blog sarà sicuramente un’immensa fonte di informazioni e non mancherò di citarlo quando arriverò alla Caduta di Numenor 😉
      Intanto in ogni articolo che ho scritto su Tolkien é presente il link al tuo libro!

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  3. Il Silmarillion è bellissimo, avevo paura di leggerlo perché tutti me ne avevano parlato come di un testo pesante, difficile e noioso, invece l’ho trovato molto affascinante. Senza contare che Melkor è un villain molto meno celebre di Sauron ma decisamente più malvagio e pericoloso.
    Ottima idea quella di commentarlo e riassumerlo pezzo per pezzo, non vedo l’ora di leggere le prossime parti!

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    1. Grazie davvero Daniele, sono molto felice che anche a te sia piaciuta l’idea.
      E ciò che hai detto sul Silmarillion é giustissimo. Io iniziai a leggerlo diversi anni fa, poi lo abbandonai perchè mi sembrava troppo difficile.
      In realtà é più comprensibile di quello che sembra ed é davvero bellissimo

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    2. E aggiungerei anche «con tendenza all’autodistruzione». In un testo inedito in Italia, infatti, Tolkien spiega come Morgoth, ossessionato dall’idea non tanto di dominare, quanto di distruggere Arda, avesse perso molto del suo potere nel creare (anche se questo termine è improprio, visto che Morgoth non poteva dare la vita) Orchi, Draghi ecc. ecc. Sauron, da questo punto di vista, fu più furbo e si accontentò, per così dire, di accarezzare l’idea di dominare il Mondo.

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  4. Bravo ottimo lavoro, alla fine ce l’hai fatta a leggere il Silmarillion, per me è il capolavoro di Tolkien pwer il motivo che è più vario nelle tematiche.
    Ps. ti consiglio di aggiungere Elfi a questa tua frase “Essi si apprezzarono immediatamente i figli di Ilùvatar (gli Uomini)” e di metterlo prima di uomini: i figli di Iluvatar sono Elfi e Uomini.

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