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The Witcher stagione 3: trama e recensione

The Witcher o per meglio dire “The Witcher – Le cronache del ghiaccio e del fuoco” è una serie tv ambientata in un’epoca medioevale tra i continenti Essos e Westeros, piena di intrighi di corte, di dialoghi e che culmina in pochi e mirati momenti di azione. Ah no, ho sbagliato serie.

Cosa dire sulla trama, fa un mischia mischia tra i libri e le invenzioni degli sceneggiatori. C’è anche del disordine temporale. Se dovessi rappresentarla con un grafico farei una roba del genere

Cioè, la trama dei libri per quanto non mi abbia mai preso fino in fondo è lineare. Quella della serie sale e scende e interseca i libri in alcuni punti per poi tornare a fare i cavoli suoi.

Come dico sempre, modificare totalmente la trama di un’opera su grande schermo non è di per sé un problema. Per esempio, Il Signore degli Anelli e La Spada della Verità lo fanno molto bene. E devo dire che discostarsi dai libri non è il problema di The Witcher 3 e nemmeno delle altre due stagioni. Il vero problema è che non sembra di guardare The Witcher.

Quando guardo The Witcher spero di vedere combattimenti con umani e mostri, come nel videogioco e nei libri. E soprattutto mi aspetto di vedere una prevalenza di Geralt sullo schermo. Invece non è affatto così. Gli elementi che speravo di vedere ci sono, ma in minima parte. Prevalgono filoni narrativi incentrati su altri personaggi e soprattutto sulla politica. Questo è totalmente fuori luogo. Nei libri c’è pochissima descrizione della politica di The Witcher, per un motivo molto valido: non è il focus del libro. I protagonisti sono essenzialmente due: Geralt e Ciri. Forse Ciri più di Geralt. Invece nella serie Geralt sembra una spalla e diversi personaggi assumono più importanza di lui, compresa Yennefer.
Geralt a volte è la spalla comica della situazione, perde di credibilità. Non è ridicolo, ma poco ci manca.

Questi elementi penso abbiano spinto Henry Cavill a fare marcia indietro e a rinunciare alla quarta stagione. In merito ci sono milioni di rumors nei quali non mi addentro. Sicuramente se Henry avesse fatto un passo indietro a causa dei cambiamenti della trama della serie e di Geralt rispetto ai libri avrebbe pienamente ragione.

Ciononostante non è tutto da buttare. Anzi. The Witcher è fortunata, in quanto la concorrenza fa pietà. Infatti, negli ultimi anni le serie tv fantasy hanno immensamente deluso le aspettative. Penso alla Ruota del Tempo, agli Anelli del Potere, Willow

Inoltre i costumi e le musiche sono da dieci in pagella. Niente da dire anche sulla regia e sugli effetti speciali. Insomma, gli ingredienti della serie sono di ottima qualità, si vede che è curata. Il problema è la ciccia, la sostanza manca nei punti chiave.

Se penso all’episodio 6 di questa stagione mi vengono i brividi. È un tripudio di tutto ciò che dovrebbe essere The Witcher, l’unico che, pur non essendo per filo e per segno come il libro, gli rende assolutamente giustizia. E infatti Geralt è in primo piano nello scontro con Vilgefortz. Poi il settimo episodio è stato lentissimo, lentissimissimo e infine l’ottavo ha regalato emozioni solamente alla fine.

Complessivamente è stata una stagione 3 sufficiente, da sette, con il rimpianto di essere a pochi passi dal dieci a causa di pochi ma essenziali ingredienti mancanti.

Quello che mi preoccupa di più per The Witcher è il futuro. Questo perché se effettivamente Cavill dovesse mancare sarebbe un disastro. Ha interpretato perfettamente lo strigo grazie alle sue capacità di attore e alla sua smisurata passione per i libri e per i videogiochi. Ciò gli ha permesso di girare delle scene di sua iniziativa e guidare / correggere gli sceneggiatori e i registi nel corso delle riprese.
Per non parlare dell’aspetto fisico: assomiglia tantissimo a Geralt. Il confronto con Liam Hemsworth (che reputo comunque un grandissimo attore) è impietoso.

Poi magari mi sbaglio, perché quando fu scelto Cavill per interpretare lo strigo ci furono un mare di critiche, poi annientate con i fatti. Tuttavia una vicenda di questo genere lascia del malumore. Soprattutto in quanto Cavill era un punto di riferimento anche per gli altri attori, i quali in diverse interviste lo hanno ammesso, specialmente per la sua conoscenza del materiale di Sapkowski.

Egoisticamente dico che Cavill mi ha “abbandonato”. In questo momento è il mio attore preferito, dentro e fuori dalle scene. Tuttavia condivido la sua decisione, anche se a malincuore. Questo perché la nostra società è sempre più cinica. Le persone piegano la testa quotidianamente perché gli ordini arrivano dall’alto e si snaturano. Cavill invece ha detto no. Una scelta che condizionerà la sua carriera, senz’altro. Infatti, se fossi un produttore, prenderesti un attore per una serie tv o un ciclo di film consapevole che se gli vengono i cinque minuti ti lascia a piedi (nonostante abbia ragione)? È stato un atto di coraggio.

A causa dei ripetuti scioperi nel mondo dello spettacolo, tutte le serie tv stanno subendo degli importanti rallentamenti, compresa The Witcher. Potrebbe essere un bene, così le acque si calmano e gli showrunner hanno tempo per mettere insieme i cocci e sistemare le cose per il futuro.
Questo perché siamo molto lontani dalla teorica fine della serie, rispetto ai libri. Se fanno le cose come si deve saltano fuori almeno altre tre stagioni. Pertanto staremo a vedere.

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17 commenti

  1. Non ho ancora visto la terza stagione, ammetto di averne davvero poca voglia: un po’ per la notizia dell’abbandono di Henry Cavill, un po’ per stanchezza nei confronti delle serie tv in generale, un po’ per le recensioni, come la tua, veramente molto tiepide; anzi, direi che la tua è anche più che positiva rispetto ad altri pareri che ho letto on-line!
    Per la questione della politica, vale il paragone che hai fatto all’inizio: hanno cercato di renderlo il nuovo Game of Thrones senza valutare che i libri sono profondamente diversi da GoT, e sebbene ci siano punti di contatto non possono essere trattati allo stesso modo. Oltretutto, secondo me, GoT ha dei personaggi incredibilmente migliori e più solidi rispetto a quelli di The Witcher.
    In più avevo iniziato a leggere i libri, ma ho dovuto mollare perché non mi hanno preso per niente: ho finito Il Battesimo del Fuoco ma poi, al pensiero di dovermi leggere altri 3 volumi, mi è preso lo sconforto e ho letto il finale su wikipedia. Dire che non mi ha convinto sarebbe un eufemismo pazzesco!
    Purtroppo sono d’accordo anche sul panorama fantasy, in questo momento: c’è poco e di qualità non eccezionale. A me Rings of Power è piaciuto abbastanza, nel senso che non urlo al capolavoro ma l’ho guardata con piacere; l’ho trattata come una versione AU del Silmarillion, e sebbene alcune cose siano ridicole (oddio, chissà che fine ha fatto Isildur! Chissà se è ancora vivo! Ma per piacere) mi ha intrattenuto e ha avuto qualche bel momento ben piazzato, come la canzone della protohobbit che è stata proprio ben messa.
    Wheel of Time senza infamia e senza lode: mi è scivolata addosso come l’acqua senza lasciarmi nulla. Avevo anche indovinato prima del tempo chi sarebbe stato il Drago Rinato, o come si chiamava, e io non indovino mai questo genere di cose, per cui deve essere stato davvero telefonato. Vorrei vedere la seconda stagione, ma non ricordo nulla della prima, e la voglia di rivederla latita abbastanza.
    Willow non l’ho vista, e il fatto che sia stata cancellata mi fa desistere.
    Alla fine, contro ogni aspettativa e previsione, l’unico prodotto fantasy davvero valido in televisione in questo momento è House of the Dragon: l’ho iniziato aspettandomi niente ma mi ha catturato fin dall’inizio e di puntata in puntata è sempre stata meglio! Veramente un ritorno al GoT dei tempo d’oro!

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    1. Ciao Daniele, grazie del commento pieno di contenuti! House of the Dragon ha convinto anche me e non vedo l’ora di vedere le prossime stagioni perché dovrebbe essere fuori di testa in senso positivo, almeno secondo i libri.

      Sulle serie fantasy in generale siamo d’accordo, il che lo estendo a tutti i tipi di serie TV, la qualità sta scendendo.

      Per The Witcher serie ne ho parlato anche troppo, mentre sui libri ti capisco: non sono stati la lettura migliore per me. Ciò che vince è l’idea dello strigo. Infatti il primo libro, che è una serie di racconti dove Geralt è protagonista indiscusso, mi ha convinto molto. Per il resto trame e personaggi non sono indimenticabili e lo stile è pesante.
      Il videogioco ha migliorato notevolmente questi aspetti ed è un capolavoro, nonostante io non ami i GDR storydriven

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      1. Sapkowski scrive molto bene i racconti, e infatti i primi due libri sono piaciuti molto anche a me; è con i romanzi che si perde, e io dopo un po’ non ce l’ho più fatta a seguirlo. Tutto Il Battesimo del Fuoco è un vagare per i boschi con, di tanto in tanto, dei flash di Ciri che saccheggia qua e là; non è così che si struttura un romanzo (mi permetto di dire dall’alto del mio essere un esimio signor nessuno), e alla lunga ho perso l’interesse. Peccato perché i personaggi e il mondo erano molto interessanti, come hai scritto anche tu, e anche gli episodi che adattano queste storie brevi sono molto ben fatti.

        Non ho ancora letto Fire & Blood, ce l’ho lì da iniziare ma non ho ancora osato; però adesso sarebbe proprio il momento migliore, visto che sono in ferie e posso dedicarmici del tutto. So che, tra le pagine della saga, è già stato detto come finisce la guerra tra Raenyra e Alicent, ma onestamente, pur avendo letto tutti i libri usciti, non me lo ricordo. So soltanto che, se non sbaglio, i draghi muoiono tutti, e ho come l’impressione che alla fine vinca Alicent, ma, di nuovo, non ho idea se sia vero o un falso ricordo. E poi, visto che la seconda stagione tarderà un sacco, devo sapere come va avanti la storia, per cui c’è il caso che ora lo legga sul serio!

        Non so se la qualità delle serie tv in generale stai scendendo; io so che ho molta poca voglia di guardarle rispetto a tempo fa. In questo periodo ho ricominciato a leggere un sacco e a guardare una barca di film. Per dire, devo ancora finire The Last of Us, che avevo iniziato e poi smesso di seguire di settimana in settimana: mi piaceva molto, ma non ho voglia di mettermi a guardarlo.

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        1. Non ti faccio spoiler per House of the Dragon, ma tieniti forte!

          The Last of Us è un’altra serie con infinite potenzialità e una resa discutibile. Troppi, troppissimi momenti morti, alternati con altri esaltanti identici ai videogiochi.

          La mia idea è che per forza le serie debbano avere tot episodi e durare tot minuti. Il materiale è insufficiente affinché ciò si realizzi sempre, per tutte le serie, così inseriscono materiale filler come se non ci fosse un domani per tappare i buchi

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          1. Io non avendo giocato al gioco non posso fare confronti, ma non mi è sembrato che ci fossero dei momenti troppo morti. Poi ho visto solo i primi 4 episodi (credo), per cui non posso giudicare nella sua interezza. In realtà tutto l’episodio sulla coppia gay mi è sembrato un po’ un lungo filler, ma mi è piaciuto talmente tanto che non mi è dispiaciuto.

            Alla fine ho iniziato Fire & Blood oggi pomeriggio in spiaggia; secondo l’e-reader sono al 10% e sono già inondato di nomi da dover ricordare!

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