Il terzo libro della saga di The Witcher è il classico libro di transizione che ti consente di approfondire la conoscenza dei personaggi e del mondo fantasy in cui la storia è ambientata. Se ti fossi perso la recensione del secondo libro, la potresti trovare qui The Witcher – La Spada Del Destino: trama, riassunto e recensione.
Nonostante la premessa, il libro è tutt’altro che noioso. Questo perché tutti i personaggi di Sapkowski hanno un tocco piccante che li rende indimenticabili. Yennefer e Ciri, in particolare, sono una coppia da fuochi d’artificio. Per quanto riguarda il protagonista, lo strigo Geralt di Rivia, ha subito una trasformazione in questo libro, che lo avvicina molto a quello conosciuto nella serie tv: riflessivo, sarcastico e sempre un po’ dannato.
La trama
Dopo avere incontrato il suo destino, Ciri passa il resto della sua fanciullezza a Kaer Morhen, la fortezza degli strighi. Qui ha modo di conoscere alcuni dei pochi strighi rimasti in circolazione e si adatta al loro stile di vita, allenandosi duramente.
Piano piano, emergono le straordinarie doti magiche di Ciri, che si scopre essere una fonte, ossia un contenitore di magia pressoché illimitato, che la rende estremamente potente e pericolosa, anche per sé stessa. Per questo motivo, Geralt chiede aiuto prima a Triss, una sua vecchia fiamma e poi a Yennefer, l’amore della sua vita.
Con Triss le cose non vanno per il verso giusto e si rivela inadeguata ad educare Ciri, mentre Yennefer, molto più esperta, riesce a instradare gradualmente la ragazza. Nel frattempo, Geralt viene coinvolto in pieno in trame politiche. Infatti, come protettore della bambina si preoccupa per lei e scopre che alcuni loschi personaggi stanno tramando per catturarla o ucciderla.
Infatti, Ciri ha il sangue degli elfi (come si intuisce dal titolo del libro) ed è pericolosa in funzione dei suoi poteri, ma anche in funzione del suo titolo. Si tratta infatti della legittima erede al trono di Cintra, uno dei regni più importanti del mondo di Sapkowski, conquistato da Nilfgaard. Nilfgaard è il classico regno che infrange la politica dell’equilibrio e dilaga, sottomettendo una regione dopo l’altra.
Politica e avventura si intrecciano, gettando le basi per un quarto libro potenzialmente spettacolare.
Lo stile
Questo libro è il primo scritto da Sapkowski con una trama lineare, ossia, i capitoli si susseguono in ordine cronologico, uno dietro l’altro. Raramente sono presenti dai flashback e sono assenti flashforward. Ciononostante, Sapkowski è un narratore onnisciente e interveniente, per cui commenta alcuni avvenimenti ancora prima che accadano. Ad esempio, nel finale sappiamo già che nel prossimo libro Ciri incontrerà certamente delle difficoltà che le sconvolgeranno la vita.
Come già spiegato nel precedente libro, personalmente preferisco gli autori che lasciano un tocco personale all’interno del libro. Non sono infatti un amante dello Show, don’t tell. Ad essere precisi, Sapkowski è un grandissimo narratore, in grado di calarti perfettamente nel mondo da lui inventato. Ammetto che faccio ancora un po’ fatica con la geografia, mentre i ruoli dei personaggi mi sono perfettamente chiari. Forse proprio dal punto di vista dell’ambientazione l’autore avrebbe potuto spiegare qualcosa in più. Ma dopo le traumatiche esperienze che ho avuto in merito, non mi lamento affatto.
Conclusioni
Sapkowski, ancora una volta, non mi ha affatto deluso. Il suo cambiamento di stile, radicale, mi è piaciuto e mi ha fatto comprendere quanto lo scrittore entri di diritto nei primi dieci migliori scrittori fantasy mai esistiti.
Il punto di forza incontrastato di questa saga riguarda senz’altro la profondità dei personaggi. Sono davvero belli. Facendo un po’ mente locale, è difficile trovare altri libri con così tanti personaggi ben realizzati, anche quelli secondari. Forse Il Signore Degli Anelli, ma credo che da questo punto di vista sia un gradino sotto.
Qui puoi leggere la recensione del prossimo libro: The Witcher – Il battesimo del fuoco: trama, riassunto e recensioneThe Witcher – Il tempo della guerra: trama, riassunto e recensione
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Non ho letto la parte della trama perché ho il libro in libreria in attesa di essere letto; purtroppo è un po’ che faccio fatica a trovare un po’ il tempo e un po’ la voglia di leggere, con il risultato di avere un sacco di cose arretrate a prendere polvere sugli scaffali.
Per quanto riguarda la geografia sono d’accordo, ma speravo che con la forma del romanzo diventasse un po’ più precisa, magari non ai livelli di Tolkien ma abbastanza da sapere più o meno dove si trovano i posti uno rispetto all’altro.
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Ciao Daniele, se sei un po’ bloccato sulla lettura, questo libro può aiutare molto: scorre velocemente e invoglia ad andare avanti.
Consigliatissimo, nonostante la geografia!
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