Oracoli di Alessandra Leonardi

Oracoli: una raccolta di profezie italiane

Oracoli è un libro che contiene quattro racconti ambientati nell’Italia di circa 2000 anni fa e il cui tema principale è la divinazione, la capacità di prevedere il futuro.
I racconti sono brevi, ma ben caratterizzati storicamente. Proprio i dettagli storici sono ciò che ho apprezzato di più, specialmente i costumi dell’epoca, intesi sia come vestiti, che come usanze.
L’usanza che mi ha più colpito è quella del sacrificio, sia umano che di animali.
Ci si dimentica di questa usanza barbara che un tempo era fondamentale per ottenere la benevolenza degli dei.

Il sacrificio umano è il protagonista del primo racconto, ambientato in Sardegna all’epoca dei Fenici. In particolare, una famiglia di mercanti giunge in un porto sardo per commerciare. Il racconto è narrato in prima persona dal bambino più grande, il quale sin da subito sottolinea quanto la madre sia strana, turbata da qualcosa di sconosciuto.
Essa ha poteri di chiaroveggenza e nel corso delle vicende scopriamo che ha previsto il sacrificio del suo figlio più piccolo. Si tratta di un’usanza dei Fenici, a cui il marito acconsente, per ottenere il favore degli dei.
Ma la madre ovviamente si rifiuta e tenta di fuggire con entrambi i figli, cercando l’aiuto della popolazione locale. Ce la farà?

Il secondo racconto è invece ambientato all’epoca degli Etruschi. In questo caso il protagonista è un giovane che intende diventare aruspice. Per chi non sapesse cos’è un aruspice, si tratta di una figura importantissima per la società dell’epoca, dal momento in cui era in grado di prevedere il futuro interpretando il volo degli uccelli e leggendo le viscere degli animali.
Agli aruspici si ricorreva specialmente in tempo di guerra o di carestia e i loro suggerimenti erano ascoltati alla lettera. Di fatto, gli aruspici decidevano le sorti di una comunità.
Il protagonista però non è un aruspice come gli altri. Egli ha infatti dei poteri di preveggenza spontanea.
Questi suoi poteri sono paradossalmente temuti dagli altri aruspici, che iniziano a guardarlo con sospetto.

Questo racconto è sicuramente quello che ho apprezzato meno dal punto di vista della trama, perché si conclude quando potenzialmente potrebbero accadere avvenimenti importanti. Insomma, dopo la presentazione del personaggio e dell’ambientazione, che mi avevano coinvolto, avrei preferito sapere qualcosa di più.

Il terzo racconto è ambientato invece in Campania, durante il periodo delle colonie greche. La protagonista della storia è la famosa Sibilla Cumana, insieme al lago d’Averno, che all’epoca era ritenuto essere un’entrata verso il mondo degli Inferi.
Questa storia mi ha sempre affascinato, così come quella della Sibilla Cumana.
Il racconto è molto esoterico e mi è piaciuto per i suoi tratti soprannaturali. Al tempo stesso la storia è verosimile e mi ha fatto sorgere il dubbio che la figura della Sibilla sia esistita veramente.

L’ultimo racconto è ambientato nella Roma delle guerre puniche, dove l’arte della divinazione era molto potente, così come le figure religiose quali le Vestali.
Le Vestali dovevano dedicare la loro vita al tempio di Vesta, alla protezione del Palladio e dovevano restare vergini.
La protagonista della storia, una giovane vestale, si innamora di un decemviro con dei poteri di preveggenza, il quale a sua volta si innamora di lei.
La vestale è affascinata da tali poteri e gli chiede di consultare segretamente i libri Sibillini, i quali contenevano le più importanti profezie conosciute. Il decemviro acconsente e questa trasgressione dà vita a una serie di eventi che sfugge al controllo dei due innamorati.
Proprio la storia d’amore mi è piaciuta particolarmente, ma in realtà ogni parte di questo racconto mi ha molto affascinato. Chi segue il mio blog da un po’ sa quanto io ami l’antica Roma e una storia simile non l’avevo ancora letta.
Ancora una volta ho apprezzato i dettagli storici del racconto e ho visto la storia di Roma da un punto di vista dimenticato dai libri di storia.

Non capisco infatti perché i libri di storia tralascino le arti divinatorie, che per la società dell’epoca erano fondamentali. Soprattutto perché ciò che dicevano i sacerdoti era legge. Ovviamente con il passare del tempo la loro importanza è diminuita, ma comunque una delle prime cose che facevano i Romani non appena conquistavano una città era erigervi un tempio, dedicato a uno degli dei.

Complessivamente, questa breve antologia di racconti mi è piaciuta.
Sono un grande appassionato di storia e mi mancava un punto di vista esoterico, quindi sono rimasto molto soddisfatto di questa lettura, che mi ha insegnato diverse cose.

In questo momento di crisi a causa del Coronavirus, ricordo ai lettori di sostenere la piccola editoria e gli autori nostrani.
Se continuiamo di questo passo avremo sul mercato della grande editoria solamente libri di YouTuber scritti da ghostwriters, oppure libri stranieri, il che è molto triste.
In questo periodo, durante il quale siamo obbligati a rimanere a casa, leggiamo e cerchiamo di aprire le nostre vedute dedicandoci  a qualcosa a cui non siamo abituati, come ho fatto io con Oracoli.
Seguo molto da vicino il mondo dell’editoria per motivi accademici, ma anche perché un giorno io stesso spero di pubblicare il mio libro e vi assicuro che la situazione è tutt’altro che rosea.
Mi piacerebbe prevedere il futuro del mondo editoriale come un personaggio di Oracoli, ma non posso.

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17 commenti

  1. Che bella recensione, sembra un volume molto interessante! Ho apprezzato soprattutto l’orginalità delle ambientazioni storiche, non è da tutti scegliere, per esempio, di raccontare una storia avvenuta nelle colonie fenicie della Sardegna.

    Piace a 1 persona

    1. Una piccola antologia molto interessante, con ambientazioni molto particolari, come hai notato anche tu. Effettivamente non mi era mai capitato di leggere qualcosa di simile.
      L’ultimo testo italiano così originale che ho letto è stato “I Longobardi – Il re solo” della Colloredo. Non so se lo conosci. Un bellissimo romanzo

      Piace a 1 persona

    1. Poche parole, ma vere.
      Non è sostenendo i libri degli YouTuber o similari che l’editoria italiana migliorerà.
      Così facendo la qualità dei prodotti pubblicati dalle CE grosse diminuirà sempre di più, mentre quelle piccole si troveranno costrette a raccogliere le briciole rimaste, facendo una spietata selezione dei titoli da pubblicare e trascurando così molti talenti.
      Paradossalmente trovo di qualità migliore i libri pubblicati dalle CE piccole e medie, rispetto a quelli pubblicati dalle grandi.
      Il mondo editoriale sta andando al contrario

      Piace a 1 persona

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