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Rambo: trama e recensione della saga

Rambo è stato un film cult degli anni ’80, credo principalmente per tre motivi: Sylvester Stallone è l’attore protagonista e iconico della saga, i film sono azione pura e infine trattano di una tematica che all’epoca era veramente sentita dalle persone, ossia la guerra del Vietnam prima e dell’Afghanistan poi.

Rambo: First Blood

Il primo film di Rambo è quello che mi è piaciuto di più. Sicuramente è esasperato, perché ci sono state delle forzature, come Rambo che arriva in una cittadina statunitense e non fa nemmeno in tempo a mettervi piede prima di essere linciato dalla polizia cittadina. Però, è senz’altro un manifesto delle problematiche sociali poco analizzate internamente agli States.

Infatti, uno dei più grandi problemi sociali che hanno caratterizzato l’epoca riguarda il ritorno in patria dei combattenti nel Vietnam, i quali sono stati toccati irreversibilmente dalla guerra, ma tuttavia le loro fragilità lecite non sono state comprese, anzi… Queste persone spesso sono state escluse o evitate e John Rambo è una di queste.

Rambo è un veterano del Vietnam, che ha visto cose orribili e ha fatto cose orribili. La sua vita è diventata pura sopravvivenza e attaccamento ai suoi compagni che, purtroppo, sono tutti morti. Privo di stimoli, comincia a vagare, finché non si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lo sceriffo di una piccola cittadina lo prende di mira, sino a rinchiuderlo dietro alle sbarre, per motivi assurdi.

Rambo non ci sta, si ribella e nel farlo dà inizio a una reazione a catena per cui la polizia cittadina e non solo, comincia a dargli la caccia. Ed è questo il momento in cui conosciamo John Rambo per chi è veramente: una macchina da guerra, uno spietato e infermabile assassino che, nonostante tutto, non perde il controllo e agisce per difendersi, non per attaccare.

Rambo 2 – La vendetta

Rambo è costretto a tornare in Vietnam per motivi strettamente legati al primo film, che non intendo spoilerare. In ogni caso, scoprirà ben presto di avere pochissimi amici, a parte il colonnello Trautman, personaggio chiave anche nel primo film.

Il Vietnam ormai è casa sua, il suo territorio naturale di caccia, per cui quella che per tutti sarebbe stata una missione impossibile: salvare dei prigionieri americani in un campo militare vietnamita, per lui è pane quotidiano.

Dal punto di vista politico, vediamo coinvolta anche la Russia, che ovviamente appoggia i militari vietnamiti. Sicuramente questo è un film politicamente schierato, tuttavia i temi politici si affrontano poco e rimangono quelli umani.

Rambo 2 è un film fortemente emotivo sotto diversi aspetti ed è un bel film. Tuttavia, mentre nel primo Rambo era “umano”, qui inizia a diventare un semidio invincibile e ci sono alcune forzature non indifferenti.

Rambo III

Stavolta ci spostiamo in Afghanistan, dove Rambo viene coinvolto nel salvataggio impossibile del colonnello Trautman, che per lui è come un padre. Il colonnello è prigioniero dei Russi che sono ovviamente un avversario tosto.

Rambo decide di agire da solo e ha modo di conoscere la cultura afghana e le persone che combattono per la propria libertà. Ho apprezzato il racconto della storia di queste persone, spesso assente sui media. Anche in questo caso, gli Stati Uniti passano per i buoni della situazione e i Russi per i cattivi. L’unica cosa certa è che gli afghani si sono ritrovati in mezzo ad un fuoco incrociato senza pietà, a casa loro. E questo Rambo 3 lo racconta.

Posso tranquillamente dire che dopo Rambo III la saga cambia totalmente, anche perché passano molti anni dalla successiva produzione. Resta il fatto che la trilogia di Rambo è, per me, l’unica degna di essere vista.

John Rambo

John Rambo è uscito esattamente vent’anni dopo il terzo film, quindi, come anticipavo, c’è una sostanziale differenza tra il giovane Rambo e il Rambo più che adulto, in quale si è ritirato a vita privata, per così dire, in Thailandia.

Ma come possiamo immediatamente suppore, per lui non c’è pace neppure in un luogo lontano da tutto e da tutti. Infatti, imperversa una guerra intestina tra il regime militare birmano e un gruppo di ribelli, nella quale Rambo viene inevitabilmente coinvolto nel momento in cui si offre di aiutare un gruppo di missionari americani.

Mentre la prima trilogia è violenta, ma non cruenta, in questo caso vediamo una violenza cruda e incontrollata, specialmente nei confronti della popolazione civile. Il registro cambia quindi totalmente e lo stesso Rambo è incattivato e spietato.
Infatti, è iconica la scena della mitragliatrice con cui trifola un interno commando. E non solo quella.

Rambo: Last Blood

Siamo giunti all’ultimo film di Rambo, assai recente (2019) e che suppongo abbia determinato la fine di una delle saghe più longeve di sempre, nel tempo. Infatti, il titolo del film è contrapposto a quello del primo, ossia Rambo: First Blood.

Nel giro del mondo dei conflitti, stavolta Rambo viene coinvolto in uno scontro su piccola scala, con i narcotrafficanti messicani.

Questo film non mi è piaciuto per niente: noioso, banale, scontato, forzato sotto tanti punti di vista. Sicuramente chiude un ciclo, ma credo non lo faccia nel modo giusto.

Le scene d’azione rimangono gradevoli e Sylvester Stallone si dimostra sempre in grandissima forma. Tuttavia il film si ferma a questo rispetto ai lati positivi.

Conclusioni

La saga di Rambo è iconica e va assolutamente vista, soprattutto se ti piacciono Stallone o i film d’azione. Credo che sia cominciata da un livello altissimo, il quale è sceso gradualmente, sino ad arrivare al basso livello dell’ultimo film.

La trilogia iniziale è un ottimo prodotto, che ho apprezzato e che riguarderei. Non posso dire la stessa cosa degli altri due film.

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