Chi segue il mio blog sa che Cornwell è in assoluto il mio scrittore preferito di romanzi storici. Da poco ho deciso di intraprendere la lettura di una delle sue saghe più famose, quella di Excalibur. In particolare, Cornwell ha deciso di raccontare la storia di Re Artù da un punto di vista storico, più che fantastico.
Potremmo quindi dire che lo scrittore ha tentato di narrare la vera storia di Re Artù. E vi posso dire che ci è riuscito.
Infatti, i personaggi e gli avvenimenti riportati sono storici. Certo, esoterismo e un minimo di fantasia non mancano, ma sono assolutamente soddisfatto del risultato finale. Cornwell è riuscito infatti a rappresentare perfettamente la figura di Artù, spiegando come è diventato re.
La trama
Ma andiamo con ordine. Intanto, la storia è narrata in prima persona, come Cornwell suole magistralmente fare. Il protagonista è un uomo comune di nome Derfel. Paragonandolo a Uhtred di Bebbanburg, è per certi aspetti simile, perché è un grande guerriero. Tuttavia, Uhtred è molto esuberante, mentre Derfel è riflessivo e chiuso. Nonostante il suo grande coraggio, davanti agli eventi rimane abbastanza passivo, non interviene e se li lascia scivolare addosso, accontentando Artù.
Quest’ultimo mi ricorda Alfredo del Wessex nella capacità di governare, tuttavia, a differenza di Alfredo, ha un’irrefrenabile passione per le donne. E come vedremo, questo sarà il suo difetto più grande.
La storia comincia con la nascita di Mordred, il nipote di Uhtred Pendragon. Mordred, nato storpio, è il legittimo erede al trono di Camelot, poiché Artù, già adulto, non è che un bastardo illegittimo di Uhtred.
Dopo poco, Uhtred muore e Artù diventa il protettore del Reame. Egli è un grande guerriero. Fisicamente sembra gracile, ma è abilissimo nell’usare la spada e soprattutto è un condottiero abilissimo, che fa della cavalleria la sua arma vincente. Infatti, egli comanda in battaglia solamente dei cavalieri.
Per chi non lo sapesse, la cavalleria all’epoca (parliamo del 500 d.C. circa) era un’arma devastante. Venti cavalieri ben addestrati potevano tranquillamente sgominare cento uomini appiedati. Pertanto, Artù divenne legittimamente nominato protettore del reame, in quanto era davvero l’unico in grado di difenderlo.
Il Regno di Camelot, contrariamente a quello che potremmo pensare, non era grande e tantomeno forte. Era circondato di nemici, pronti ad azzannarlo.
E ovviamente, la nascita di un erede al trono storpio divenne presto un buon pretesto per attaccare Camelot…

Derfel, il protagonista
Tornando al nostro protagonista, Derfel, dopo una serie di eventi più o meno sfortunati, riesce a mettersi al servizio di Artù. Derfel è felicissimo di ciò e l’unico motivo per il quale è spesso malinconico è legato alla donna che ama: Nimue. Ella è una druida, che ha appresso da Merlino, il druido per antonomasia, tutto ciò che poteva.
Come potrete immaginare, Nimue è un personaggio strano, tenebroso e mentalmente instabile. Tuttavia, Derfel è follemente innamorato di lei.
Lei lo sa, ma non concepisce l’amore. Piuttosto, sfrutta l’amore di lui per legarlo a un giuramento di sangue indissolubile. Pena? La morte.
Derfel accetta, perché è disposto a tutto per lei e sente che Nimue ha un ruolo importante nel futuro della sua gente. A causa di diversi avvenimenti, i due sono costretti a separarsi e Derfel si rattristisce molto, penando per amore.
Ma come detto Derfel è un guerriero e viene coinvolto in tutte le battaglie di Artù. Il giovane protettore del reame commette un grave errore: invece di sposarsi nel più classico dei matrimoni politici, decide di fuggire con Ginevra, una nobile spiantata ma tremendamente affascinante e irresistibile. Ginevra non è bella, ma è in grado di attrarre qualsiasi uomo. Lo stesso Derfel, pur detestandola, riconosce le sue doti.
L’amore di Artù per Ginevra, come possiamo facilmente immaginare, è cieco e lo distrae sia dai suoi compiti, che dalle conseguenze politiche delle sue azioni. Ginevra lo gira come vuole, portando a Camelot estetismo e lusso sfrenato.
Artù si indebita fino al collo e i regni vicini approfittano della situazione e del causus belli per dichiarare guerra.
Artù finalmente capisce di avere commesso dei gravi errori ed organizza la difesa come può, insieme a Derfel. Nel frattempo, un personaggio molto importante compare nella narrazione: Lancillotto. Egli è bellissimo e si vocifera che sia un grande guerriero, quando in realtà non lo è, come ha avuto modo di constatare il nostro protagonista. Derfel lo odia, lo ucciderebbe senza esitare, ma ben presto Lancillotto entra nelle grazie di Ginevra, in quanto immagine del bello che tanto lei brama.
Il destino di Artù e di Camelot è appeso a un filo, ma ecco che Derfel decide di abbandonare tutto e tutti perché scopre che Nimue è prigioniera nell’isola dei pazzi. Ossia un luogo dove venivano traghettate le anime che avevano perduto il senno e lì venivano abbandonate. Il suo giuramento gli ricorda che deve salvare la donna.
E così, il nostro protagonista parte per salvarla…
Conclusioni:
Questo primo libro della saga di Excalibur mi è piaciuto. Come nello stile di Cornwell, è molto lento all’inizio e ho fatto un po’ di fatica a capire i ruoli dei personaggi, perché spesso erano molto diversi da quelli delle leggende legate al ciclo arturiano.
Tuttavia, i personaggi rispecchiano gli avvenimenti storici e ho come sempre apprezzato la capacità di Cornwell di amalgamare storia e fantasia.
In particolare, ho avuto modo di conoscere un Artù diverso e poco stereotipato, dal punto di vista di un personaggio interessante come Derfel. Questi è un Jon Snow del Medioevo, uno che fa sempre la cosa giusta e per cui l‘onore conta più di ogni altra cosa. Anche lui è orfano e senza prospettive, ma grazie alle sue capacità e alla sua umiltà riesce a scalare le gerarchie sociali e a diventare uno dei più fidati consiglieri di Artù.
Il primo libro mi ha lasciato con tanti interrogativi e domande senza risposta.
Adoro questa caratteristica, perché ti spinge a continuare nella lettura dei capitoli successivi. Cosa che sto facendo!

P.S: Ed Excalibur? Quale ruolo ha la spada nella roccia? Attualmente nessuno, è solamente la spada di Artù. Vedremo in futuro.
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Al prossimo articolo!
Ho regalato la trilogia a una mia amica: spero che quando ci rivedremo me la presti! 🙂
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Ottimo regalo 😊
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In questo romanzo di Cornwell si parla dei Sassoni come nemici di Artù? E si accenna alle origini “imperiali” dello stesso Artù?
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I Sassoni sono i nemici, esatto. Sono tanti piccoli regni, uno più debole dell’altro.
Rispetto alle origini imperiali non ci sono accenni. Lo stesso Uther compare in qualche pagina.
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L’ipotesi delle «supposte» origini imperiali di Artù è un elemento a mio parere molto interessante, che però di rado viene utilizzato nei romanzi moderni che si occupano di questa affascinante figura. Secondo le cronache antiche egli sarebbe stato erede di Costantino I il Grande e questa discendenza ne avrebbe in qualche modo legittimato l’autorità.
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Ah, caspita! Non lo sapevo
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Anche a me Cornwell piace molto. Dopo aver letto i quattro romanzi con Thomas di Hookton, ho iniziato la saga dei re sassoni ma devo ancora cominciare il terzo libro. La serie completa di Excalibur cartacea completa sembra ormai introvabile in italiano. Forse la Mondadori ha intenzione di fare un solo libro ma per ora non c’è nessuna data di uscita…
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Ciao Joe, grazie per l’informazione perchè stavo già cercando il terzo libro ed effettivamente non lo trovo da nessuna parte.
La saga dei Re Sassoni è la migliore che abbia mai letto, vedrai che ti piacerà moltissimo 😊
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