Silmarillion Tolkien book

Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 6 – I Sindar e gli Uomini

Qualora vi foste persi il capitolo precedente, vi invito a leggerlo: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 5 – Il giuramento di Feanor

Nota: i link nel testo vi condurranno a delle immagini, così potrete seguirlo meglio.

QUENTA SILMARILLION
(La storia dei Silmaril)

Capitolo 10: Dei Sindar.

Vi ricordate della storia di Elwë Singollo? Era il signore dei Teleri che, innamoratosi follemente di Melian, decise di rimanere nella Terra di Mezzo.
Ebbene, insieme alla sua sposa riuscì a dare vita a un grande regno. Il suo popolo erano i Sindar, gli Elfi Grigi, che grazie al potere dei propri sovrani divennero gli Elfi più belli e saggi della Terra di Mezzo.
Durante la prima era della cattività di Melkor ci fu un lungo periodo di espansione dei Sindar, nel quale nacque Lúthien, l’unica figlia di Elwë e Melian.

Durante la seconda era della cattività di Melkor i Nani arrivarono nel Beleriand dai Monti Azzurri di Ered Luin (quelli della Terra di Mezzo della Terza Era, che ben conosciamo). Ora, i nani chiamavano loro stessi Khazâd, mentre gli Elfi li chiamavano Naugrim, cioè Popolo Rachitico (simpatici gli Elfi), ma anche Gonnhirrim, ossia Maestri della Pietra.

Le principali città dei Nani erano: Belegost, Nogrod e Khazad-dûm (quella che conosciamo molto bene). Essa era già la più splendida città dei Nani.
Da Nogrod e Belegost giunsero i Nani nel Beleriand e quando gli Elfi li videro per la prima volta rimasero sbalorditi, visto che anche loro riuscivano a parlare e a costruire.
Come ci possiamo aspettare, gli Elfi non si interessarono mai più di tanto ai Nani, mentre questi erano desiderosi di apprendere e di commerciare. Così impararono velocemente l’elfico e costruirono lunghe strade.

Sempre durante la seconda era della cattività di Melkor, accadde che Melian suggerì ad Elwë (conosciuto anche come Re Thingol) di stringere dei buoni rapporti con i Nani.
Così i Nani di Belegost, in cambio di molte gemme preziose, costruirono una roccaforte per il Re dei Sindar, chiamata Menegroth. Essa divenne la città più bella al di fuori di Valinor (anche se per me rimane Gondolin).

Con l’avvicinarsi della terza era della cattività di Melkor, i Nani si fecero inquieti e parlarono con Re Thingol. Lo avvisarono che creature malvagie cominciavano a imperversare nelle loro terre: Lupi, Orchi… Questi raggiunsero anche il Beleriand e fu così che Thingol considerò, per la prima volta, di armare il suo popolo.
Dai Nani i Sindar impararono la metallurgia, ma non furono mai in grado di superare i loro maestri.

Non so se vi ricordate di Lenwë.
Faceva parte dei Teleri e durante il lungo viaggio per Valinor decise di abbandonarli per recarsi altrove, insieme ad una nutrita schiera. Il suo popolo dimorò nei pressi dell’Anduin, il lungo fiume che ben conosciamo.
Gli Elfi di Lenwë erano assai pacifici, così quando le prime minacce giunsero dall’Est furono colti di sorpresa.
Denethor, suo figlio, condusse molti di questi Elfi nel Beleriand, in particolare nell’Ossiriand, la Terra dei Sette Fiumi.

Quando Melkor fuggì da Valinor e ritornò nel Beleriand, Re Thingol se ne accorse immediatamente e iniziò a temere per il suo popolo. Ciononostante non fu in grado di contrastare il primo attacco improvviso degli Orchi, che saccheggiarono le sue belle terre in lungo e in largo.
Allora Re Thingol chiese aiuto a Denethor, che accorse da sud. Gli Orchi furono massacrati, ma a caro prezzo. Gli Elfi dell’Ossiriand non avevano avuto i Nani come maestri e il loro equipaggiamento non poteva tenere testa a quello degli Orchi. Denethor rimase ucciso e il suo popolo decise di non avere più altro re e di non essere più coinvolto nelle guerre del Beleriand.
Questi Elfi furono conosciuti come Laiquendi, cioé Elfi Verdi, a causa dei loro abiti color delle foglie.

Melian usò poi i suoi poteri per creare una barriera invisibile che proteggesse il suo regno. Ovviamente esso si ridusse notevolmente di dimensione e divenne il Doriath, ossia il regno vigilato.
Fu in quel periodo che Fëanor giunse d’oltremare con i suoi…

Capitolo 11: Del Sole, della Luna e dell’Occultamento di Valinor.

Quando i Valar scoprirono che i Noldor erano davvero giunti nella Terra di Mezzo iniziarono ad agitarsi, consci di dovere porre fine alle malefatte di Melkor. Yavanna e Nienna cercarono in tutti i modi di rivitalizzare Telperion e Laurelin, ma non ci riuscirono. I due alberi diedero un ultimo frutto ciascuno: il Sole e la Luna, che vennero poi levati in cielo. Così Arda fu nuovamente illuminata. Morgoth fu colto di sorpresa e occultò le sue terre esalando fumo e scuri nubi.

In questa parte Tolkien spiega in modo molto preciso come il Sole e la Luna funzionino e perché. Non la riporterò, perché troppo complessa e non fondamentale ai fini della trama. Rimane un lavoro geniale, che solo una mente geniale come la sua poteva partorire.

Detto questo, la contromossa di Morgoth spaventò i Valar, che temevano il suo potere. Così non si mossero in tempo. Anzi, decisero di erigere delle montagne ad est, per fortificare la loro terra. Costruirono inoltre torri e stanziarono un esercito per difendere Valinor. Furono poi fondate le Isole Incantate, avvolte probabilmente da un fitta nebbia, a causa della quale era impossibile navigare.
L’intento dei Valar era proprio quello di evitare che qualsiasi nave raggiungesse Valinor. Chi riusciva a sopravvivere alla traversata per mare, rimaneva bloccato nelle isole.

Capitolo 12: Degli Uomini.

Al primo alzarsi del Sole si svegliarono gli Uomini, nella contrada di Hildórien, nelle regioni orientali della Terra di Mezzo. Nessun Vala fece come con gli Elfi, gli Uomini furono lasciati sin da subito al loro destino e temettero i Valar. Solamente Ulmo si interessava a loro e riportava ciò che vedeva a Manwë.
Gli Uomini vennero presto a contatto con gli Avari, con i quali strinsero amicizia. Poi iniziarono a migrare…

Tenetevi forte perché il prossimo capitolo sarà pazzesco!
Prima di lasciarvi, vorrei sottolineare come in questo momento i Valar abbiano totalmente fallito nel realizzare i disegni di Eru:

  • Melkor regna incontrastato e ha arrecato danni incommensurabili a Valinor.
  • I Noldor se ne sono andati per sempre.
  • Valinor viene occultata e fortificata.
  • Gli Uomini sono abbandonati.

Quest’ultimo punto è il più interessante per me, perché Tolkien lascia intendere che la debolezza della razza degli Uomini, intesa in tutti i sensi, è proprio dovuta all’assenza di aiuto da parte dei Valar. Tolkien sottolinea infatti che l’aspetto degli uomini è identico a quello degli Elfi che non sono giunti a Valinor, in un primo momento.
Cosa sarebbe successo se i Valar avessero aiutato gli Uomini? È una domanda molto interessante.
Certamente penso che sia chiaro ormai che i Valar non sono gli dei perfetti che potevamo immaginarci in un primo momento. Hanno commesso e continueranno a commettere una serie di errori madornali che aiuteranno prima Melkor e poi Sauron a torturare Arda e i suoi abitanti.

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Link al prossimo capitolo: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 7 – la Dagor-nuin-Giliath

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Al prossimo articolo!

27 commenti

        1. Diciamo che é un riassunto del riassunto che Tolkien ha fatto riassumendo più di due ere di roba in un libro 🙈
          Più che altro il mio intento è semplificare e spiegare certi passaggi e soprattutto fare conoscere il Silmarillion a chi non lo leggerebbe mai

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          1. Sì, sì, figurati: era solo una battuta: tanti non leggerebbero 10-12 articoli dedicati a quel magnifico libro, figuriamoci il libro stesso… 😦

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  1. Ottimo lavoro, come sempre! Sulle politiche dei Valar, non è difficile darti ragione. Però, nonostante abbiano commesso errori non trascurabili (soprattutto nella gestione degli Uomini o Secondogeniti) non dobbiamo dimenticare ciò che disse Eru a Melkor al principio della Storia e che può essere riassunto più o meno così: «Ti illuderai di trionfare, ma tutto quello che farai andrà sempre a mia gloria». Si potrebbe sostenere la stessa cosa per i Valar: certamente commisero errori, ma questi rientravano nel grande piano di Eru che nessuno, neppure Manwe, poteva dire di conoscere fino in fondo.

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      1. Ti dirò…a me non dispiacciono i Valar, perché rappresentano un livello intermedio tra dio e gli uomini/elfi e sono dunque passibili di errori. Tra i tutti i Valar mi piacionno Irmo, il vala dei sogni e delle visioni e Nienna, vala della pietà e della speranza. Tra l’altro riflettendo sui Valar mi sono trovato a pormi una domanda che ti giro volentieri: secondo te chi è l’autore del Silmarillion all’interno della finzione tolkieniana? Sappiamo per certo che Bilbo tradusse il Silmarillion dall’elfico all’Ovestron e che donò questo volume a Frodo, ma non sappiamo chi, tra gli elfi, abbia scritto le parti più antiche. Elendil compose la parte relativa all’Akhallabeth, ma non ci sono notizie sugli autori dei capitoli che riguardano la Prima Era e quelle antecedenti. Riflettevo su questo perché la stessa visione dei Valar potrebbe essere stata influenzata dall’autore (o dagli autori) del Silmarillion: pensa se a scriverlo fosse stato un seguace di Feanor oppure di Galadriel (tanto per fare un esempio)…come cambierebbe la visione della storia delle Ere Remote.

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        1. Effettivamente non ci avevo riflettuto… Secondo me é stato scritto da qualcuno che non ha preso parte agli eventi, altrimenti ne avrebbe parlato in prima persona. E inoltre dovrebbe essere un elfo che sin dall’inizio ha preso parte alla storia, oppure un Maia…
          Potrebbe essere Gandalf 🤔

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          1. La tua ipotesi potrebbe essere interessante. Personalmente io credo che l’autore possa essere:
            a) Un Elfo. Delle altre stirpi, infatti, veniamo a conoscenza di dettagli rilevanti solo quando interagiscono con gli Elfi; degli Hobbit, non a caso, non sappiamo praticamente nulla delle loro origini proprio perché non avevano avuto contatti con gli Elfi fino a tempi tutto sommato recenti.
            b) un Noldo. Tutta la questione dei Silmaril è vista da un’ottica nella quale i Noldor hanno un peso preponderante. Se ci pensi bene, non sappiamo quasi nulla su come reagirono i Vanyar (che pure erano quelli più vicini ai Valar) nei confronti di un evento che, chiaramente, mutò gli equilibri di Valinor.
            c) Un Noldo non feanoriano. Gli eventi che seguono il giuramento di Feanor e tutto ciò che ne deriva sino alla Seconda Era inclusa (Celebrimbor, il forgiatore degli Anelli, è pur sempre un nipote di Feanor) sono presentati in modo da mettere in rilievo la parte negativa avuta dal suo popolo nella storia della Terra di Mezzo.
            In base a queste premesse penso che l’autore possa essere un soggetto molto vicino ad Elrond…non a caso è proprio a Rivendell che Bilbo legge e traduce in Lingua Corrente il Silmarillion. E se devo azzardare un nome…beh, chi meglio di Glorfindel, che, a quanto pare, è stato l’unico elfo a tornare da Valinor alla Terra di Mezzo e che potrebbe aver appreso in quel luogo anche gli eventi più remoti della storia di Arda? Beninteso si tratta di una mia ipotesi, ma mi sembra ben congegnata…

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          2. Glorfindel è sicuramente il personaggio più consono agli eventi, ma perché non narrarli in prima persona? Se uno ci pensa, anche nello Hobbit e nel Signore degli Anelli il narratore è esterno.
            Quindi sarebbe comunque nello stile di Tolkien esternare Glorfindel dalla narrazione. Peccato che non si sappia

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          3. Mi aggiungo anch’io.
            Io dico che il compositore del Silmarillion è Elrond, perché è stato per un periodo ostaggio di Maglor il cantore e di sicuro egli gli ha raccontato le sue imprese dato che ci si è affezionato, poi è stato sia alla corte di Gil galad e di Galadriel di cui sappiamo bene che ne sposa la figlia, quindi avrà sentito la storia dal punto di vista di Galadriel ed ella era opposta agli atti di Feanor, infatti ella parte anche per contrastarlo sapendo che Feanor avrebbe fatto danni agli elfi.
            Io immagino alla fine di tutto Elrond che rielabora le informazioni di cui è venuto a conoscenza per poi dettarle a uno scrivano che forse ci ha messo del suo.

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          4. É veramente un’ottima osservazione quella sulla prigionia di Elrond, così come sul legame con Galadriel.
            Durante la sua lunga permanenza a Rivendell potrebbe avere dato vita al Silmarillion. D’altronde quel luogo incantato non é solo un rifugio, ma anche una città d’arte

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  2. Altro ottimo riassunto, anche per me la città migliore è Gondolin, ma forse Menegroth ha una bellezza più sul naturale.Penso che Gondolin e Menegroth siano due città che mi evocano una sorta di purezza, ma anche potenza, infatti entrambe sono nascoste e inviolate e solo il tradimento e la superbia dei loro sovrani le porta alla rovina.

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      1. Guarda io sono credente, ma nn mi definisco cattolico, lo so che Tolkien lo è e ci si definisce lui stesso, ma per mia esperienza posso dire che Tolkien è uno dei pochi veri credenti che io abbia visto e tra l’altro uno che sa ragionare con la propria testa.

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  3. Interessante il discorso sulla fallibilità dei Valar. In effetti, hanno commesso diversi errori… ma perfino loro hanno accesso a una conoscenza solo parziale di Ea. Non sono perfetti – ed è giusto così, in un certo senso. Inoltre, per quanto riguarda la fuga dei Noldor, non si può dire che Feanor e i suoi abbiano reso il compito più facile alle Potenze di Arda 😀 Sì, molti problemi sono da attribuire alle menzogne e alla malvagità di Melkor, ma i Noldor hanno le loro responsabilità… E il messaggero dei Valar ci ha provato, a farli ragionare…

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    1. Anche la tua analisi è interessante. In generale, quando si tratta di schierarsi a favore degli dei o delle loro creazioni, mi schiero sempre a favore delle creazioni. Queste perché gli dei sono dei e ovviamente le aspettative nei loro confronti sono molto alte. Inoltre, il carattere di Feanor è stupendo. La sua tenacia lo ha condotto ad una fine banale e inaspettata e testimonia la fragilità dei Noldor, che li condurrà ad un triste destino.
      Come hai detto, i Valar li avevano avvisati, ma per un guerriero come Feanor non c’è morte di migliore di quella combattendo e lo stesso hanno pensato i suoi seguaci

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