Qualora ti fossi perso il precedente capitolo, ti invito a leggerlo: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 4 – La Storia di Feanor
Nota: i link nel testo vi condurranno a delle immagini, così potrete seguirlo meglio.
Devo ammettere che non mi aspettavo di creare una serie di articoli così lunga… Eppure mi sta appassionando molto ed intendo finirla.
Spero in questo modo di far appassionare chiunque al mondo inventato da Tolkien e a Tolkien stesso. A mio parere, per quanto riguarda il fantasy, nessuno supererà mai ciò che Tolkien è stato in grado di realizzare.
QUENTA SILMARILLION
(La storia dei Silmaril)
Capitolo 8: Dell’oscuramento di Valinor.
Eravamo rimasti alla fuga di Melkor dopo essere stato smascherato dai Valar. Come detto, questi non furono in grado di trovarlo, neppure nelle regioni del nord della Terra di Mezzo, dove un tempo si era rifugiato.
Questo perché Melkor, prevedendo tali mosse da parte dei Valar, aveva deciso di spostarsi verso sud, con in mente un piano diabolico…
Raggiunse la lontana regione di Avathar, dove dimorava Ungoliant. Ungoliant è la madre di tutti i ragni. Immaginatevi Shelob, ma molto, molto più grande.
Inoltre, Ungoliant aveva il potere di succhiare la luce per nutrirsi, trasformandola così in oscurità. Per questo motivo i Valar non erano in grado di trovarla.
Melkor però la trovò. Le chiese di aiutarlo nella lotta contro i Valar, ma l’orribile mostro non ne era convinto. Temeva infatti i Valar e non voleva abbandonare il suo nascondiglio.
Così Melkor le fece una promessa che in seguito si pentì amaramente di aver fatto: le garantì qualsiasi cosa da mangiare in cambio dei suoi servigi.
Tenete presente che Ungoliant era insaziabile e costantemente affamata, perciò accettò di buon grado.
I due si mossero così dall’oscurità, approfittando di un momento particolare.
I Valar si stavano infatti dedicando alla festa in onore di Eru, insieme ai Maiar e agli Elfi. Manwë, in particolare, decise di fare le cose in grande per porre fine alle liti fra gli Elfi. Così i preparativi impegnarono totalmente i Valar, che non si accorsero dell’arrivo di Melkor.
Ora, alla festa fu invitato un personaggio di cui ho ampiamente parlato nello scorso episodio: Fëanor. Su di lui incombeva ancora il bando, ma Manwë lo aveva invitato per celebrare la festa. Suo padre Finwë però non lo seguì, perché pretendeva dai Valar che il bando nei confronti del figlio fosse tolto.
Fëanor si recò così da solo alla festa, dove incontrò suo fratello Fingolfin. I due si chiarirono e addirittura Fingolfin promise di seguirlo in futuro, riconoscendo la sua autorità.
Intanto, Melkor e Ungoliant raggiunsero di soppiatto i due alberi sacri di Valinor: Telperion e Laurelin.
Melkor li ferì con la spada e Ungoliant ne succhiò la linfa, essiccandoli completamente. Il suo veleno li uccise, facendo piombare così Valinor nell’oscurità.
Ma Ungoliant non era sazia. Prosciugò così i Pozzi di Varda e divenne enorme, tant’è che Melkor si spaventò.
Poi il ragno gigante avvolse sé stesso e Melkor nell’oscurità, impedendo ai Valar di inseguirli. Essi ci provarono, ma in quel buio pesto si persero.
Così si compì la vendetta di Melkor.
Capitolo 9: Della fuga dei Noldor.
I Valar si riunirono attorno all’Anello del Destino per decidere che cosa fare. Tutti erano al corrente dei Silmaril, i quali contenevano la luce dei due alberi sacri appena distrutti. In particolare, Yavanna chiese a Fëanor di cederle i Silmaril per tentare di rivitalizzare gli alberi, prima che fosse troppo tardi.
Fëanor spiegò che se i Silmaril fossero stati infranti, lui sarebbe morto per il dolore, in senso letterale. In poche parole, sarebbe stato il primo Eldar a morire.
Mandos disse che Fëanor non sarebbe stato il primo. Quelle parole non furono inizialmente comprese…
Fëanor si rifiutò infine di consegnare i Silmaril e proprio in quell’istante giunsero dei messaggeri da Formenos. Dissero che Melkor e Ungoliant avevano attaccato la città, che questa era stata depredata e distrutta.
Finwë, a differenza degli altri Elfi, non era fuggito ed era stato così ucciso. E la notizia peggiore di tutte era che i Silmaril erano spariti.
Vi lasciò immaginare la furia di Fëanor dopo avere udito quelle notizie. Maledisse Melkor con tutto il suo essere, chiamandolo Morgoth, cioè Nero Nemico del Mondo.
Maledisse anche Manwë, perché credeva che se fosse rimasto a Formenos sarebbe riuscito a impedire le nefaste azioni di Morgoth.
Questi era ormai giunto alle rovine di Angband, la sua antica fortezza, insieme ad Ungoliant. Melkor non vedeva l’ora di liberarsene, ma lei non aveva alcuna intenzione di separarsi da lui, perché era ancora affamata e pretendeva che la sua promessa fosse onorata. A malincuore, Melkor le diede in pasto tutto il tesoro di Formenos, tranne i Silmaril, che tenne stretti nella mano destra.
Nonostante il suo immenso potere, Melkor rimase ustionato dai gioielli stessi, che come avevo detto non possono essere tenuti da qualcuno di impuro.
Dopo avere divorato tutto, Ungoliant pretese anche ciò che Melkor teneva nella mano destra, ma questi si rifiutò di darle i Silmaril.
Ora, Ungoliant era diventata enorme grazie a tutto ciò che aveva divorato, mentre Melkor si era indebolito a causa di tutti i poteri che aveva usato. Il ragno gigante iniziò ad intrappolare il Vala all’interno di una ragnatela, per soffocarlo. Melkor urlò fortissimo e il suo richiamo risvegliò un male antico.
I Balrog si ridestarono e corsero in soccorso del loro Signore. Quando arrivarono, Ungoliant scappò immediatamente verso sud e non fu mai più rivista.
Così, Melkor riuscì finalmente a completare il suo piano e tornò a fortificare il suo regno e ad ingrandire il suo malvagio esercito.
Forgiò una corona di ferro dove incastonò i tre Silmaril e si autoproclamò Re del Mondo.
Ma il potere ha sempre un prezzo: i Silmaril gli avevano ustionato le mani e non poteva portarli, se non grazie alla sua corona. La corona non la toglieva mai e lo appesantiva. Aveva inoltre paura di perderli, così non lasciava mai la sua fortezza. E ogni giorno che passava diventava sempre più cattivo e malvagio.
Tornando ai Valar, seppero del successo di Morgoth e rimasero all’Anello del Destino senza sapere cosa fare o cosa dire.
Ma c’era qualcuno il cui spirito era indomito e sapeva perfettamente cosa fare.
Fëanor radunò gli Elfi e a loro parlò, infrangendo il bando.
Era furioso, il suo spirito di fuoco emerse in tutta la sua possanza.
Disse che non era giusto servire i Valar, incapaci di difendere la loro terra. Inoltre essi erano della stessa razza di Morgoth, che gli aveva portato via tutto ciò che aveva di più caro.
Ricordatevi che suo padre, Finwë, era pur sempre Re dei Noldor, quindi un Elfo di altissimo lignaggio e valore.
Fëanor esortò così i Noldor a lasciare Aman, dirigendosi verso la Terra di Mezzo. Lì, avrebbero dato la caccia a Morgoth e lo avrebbero ucciso.
Per convincerli, mentì consapevolmente, dicendo, come Melkor prima di lui, che i Valar li avrebbero tenuti in cattività e che avrebbero favorito gli Uomini, non ancora giunti nel Mondo. Fëanor promise nuove terre, nuove ricchezze e il dominio sopra tutte le razze grazie al potere dei Silmaril.
Infine, Fëanor e i suoi figli giurarono su Eru di riprendere i Silmaril. Il giuramento fu solenne quanto terribile, tant’è che Fingolfin e Finarfin, i fratellastri di Fëanor, cercarono di persuaderlo a tornare sui suoi passi. Ma oramai Fëanor aveva preso una decisione e non intendeva tornare indietro.
Molti Noldor erano d’accordo con Fëanor e non vedevano l’ora di impossessarsi delle nuove terre che aveva loro promesso.
Fra questi c’era anche Galadriel, quella che conosciamo bene, la quale bramava un suo dominio (e come ben sappiamo riuscì in questa impresa).
Fu così che i Noldor si misero in marcia verso est. Alla fine anche Fingolfin e Finarfin partirono, anche se in disaccordo con Fëanor. Questo perché non volevano separarsi dalla loro gente, verso la quale sentivano delle responsabilità in quanto figli di Finwë, ma soprattutto i loro figli erano stati convinti dalle parole di Fëanor.
A un tratto un messaggero dei Valar comparve, tentando di fermare quell’assurda marcia. Chiese ai Noldor di tornare indietro, perché il loro destino sarebbe stato terribile. Poi si rivolse direttamente a Fëanor, dicendogli che egli era perennemente bandito da Aman a causa del suo nefasto giuramento e che i suoi propositi nei confronti di Melkor erano inutili, dato che questi era un Vala, mentre lui solamente un Elfo.
Ovviamente Fëanor rise in faccia al messaggero e lo umiliò, convincendo ancor di più il suo popolo della bontà della causa.
I Noldor avanzarono, con la schiera di Fëanor in testa, bramosa di vendetta. Dietro di loro procedeva quella di Fingolfin e infine vi era quella di Finarfin, che continuava a guardarsi indietro, consapevole di lasciarsi alle spalle il Regno Beato.
I Noldor raggiunsero Alqualondë, la città dei Teleri. Fëanor chiese loro aiuto, in particolare domandò delle barche per partire verso la Terra di Mezzo.
Ma questi si rifiutarono, perché quel progetto era contro il volere dei Valar ed inoltre erano molto gelosi delle loro navi.
Fëanor, come possiamo aspettarci, si infuriò e ricordò ai Teleri che i Noldor erano stati fondamentali per loro quando arrivarono per ultimi in Aman.
Olwë, il loro capo, cercò di spiegare con la diplomazia che il suo popolo era amico dei Noldor e perciò si opponeva al loro viaggio. Inoltre, se per Fëanor i Silmaril erano fondamentali, così le navi lo erano per i Teleri.
Fëanor non si diede per vinto e decise di salire sulle navi ugualmente. I Teleri tentarono di impedire ai Noldor di farlo, ma questi sguainarono le spade e li trucidarono. I Teleri erano infatti armati di fragili archi e il loro spirito non ardeva come quello dei seguaci di Fëanor. Tuttavia, i Teleri erano superiori di numero e respinsero per ben tre volte l’avanguardia dei Noldor, finché non arrivò Fingolfin.
Questi si gettò nella mischia con i suoi, credendo che Fëanor fosse stato attaccato (quando ovviamente non era così).
Alla fine i Noldor vinsero la battaglia e si impadronirono delle navi. Partirono poi verso nord, con l’intenzione di abbandonare Valinor. Prima di poterlo fare, un’oscura figura (probabilmente Mandos) profetizzò nefaste parole, in seguito conosciute come il Destino dei Noldor.
Il profeta vaticinò che i Noldor non sarebbero più tornati a Valinor, a causa dell’ira dei Valar. Inoltre, sulla casata di Fëanor sarebbe giunta la rovina, a causa di tradimenti e dell’impossibilità di rispettare il Giuramento. Infine, il profeta disse che come i Teleri ingiustamente uccisi, anche i Noldor sarebbero morti e i sopravvissuti sarebbero lentamente decaduti, specialmente agli occhi della razza degli Uomini.
In molti fra i Noldor si impaurirono, ma Fëanor non si fece scalfire e replicò con dure parole. Finarfin, suo fratellastro, decise invece di tornare indietro insieme ad altri Elfi.
Questi furono perdonati dai Valar e Finarfin divenne il nuovo Re dei Noldor in Aman.
I suoi figli invece, Finrod e Galadriel, lo abbandonarono, preferendo rimanere con Fëanor e con Fingolfin, ma soprattutto temendo l’ira dei Valar.
I Noldor giunsero infine nell’estremo nord di Arda, dove l’immensa distesa di ghiaccio chiamata Helcaraxë divideva la Terre Immortali dalla Terra di Mezzo.
A questo punto sorse un enorme problema: le navi non erano abbastanza per trasportare tutti i Noldor dall’altra parte in una sola volta e inoltre l’Helcaraxë era ritenuto inattraversabile.
I Noldor iniziarono a discutere fra loro sul da farsi. I primi dissidi sorsero prepotenti e la paura del tradimento profetizzato aleggiava su di loro.
Così Fëanor i suoi figli decisero di partire impadronendosi delle navi. Le ciurme erano a loro fedeli e non fiatarono. Una parte dei Noldor raggiunse così la Terra di Mezzo e qui accadde l’unico avvenimento a causa di cui non posso dire che Fëanor è il mio personaggio preferito.
Questi decise infatti di bruciare le navi e di impedire così a Fingolfin e agli altri di seguirlo. Solamente Maedhros, figlio di Fëanor, si tirò indietro di fronte a quel gesto orribile (ma non temete, avrà tempo per prendere una cattiva strada).
Fingolfin si accorse immediatamente del rogo delle navi e si infuriò. Contrariamente a ciò che Fëanor si aspettava, questi era più deciso che mai a raggiungere la Terra di Mezzo per vendicarsi del tradimento. Fu così che i Noldor rimasti lo seguirono attraverso l’Helcaraxë .
Inutile dire che in molti perirono, covando un odio profondo per Fëanor e i suoi.
Ebbene, eccoci giunti alla fine di questo lunga parte del riassunto del Silmarillion.
Ci tenevo a finire il capitolo e così ho fatto.
Prima di invitarvi a leggere il prossimo episodio, vorrei spendere velocemente due parole.
Spesso il Silmarillion è immaginato come un libro incomprensibile. In realtà la storia è molto avvincente e ci sono dei personaggi, primo fra tutti Fëanor, ma anche Fingolfin, che sono davvero stupendi.
Non so se lo sapete, ma Tolkien si era sempre battuto per una pubblicazione unita di Silmarillion e Signore degli Anelli. Tuttavia, gli editori non erano disposti a pubblicare un’opera così monumentale. Pertanto Tolkien si accontentò di pubblicare solamente il Signore degli Anelli, lasciando per lungo tempo il Silmarillion in disparte, perché scoraggiato.
Con il senno di poi possiamo dire che quegli editori furono degli stupidi e nessuno sa cosa sarebbe successo se Tolkien non fosse stato scoraggiato. Probabilmente avremmo avuto un “secondo” Signore degli Anelli, perché i presupposti per una storia epica ci sono. Anzi, credo che il Silmarillion sia decisamente migliore del Signore degli Anelli dal punto di vista della trama.
Sono certo che ve ne accorgerete anche a voi seguendo questa serie di articoli!
Vi invito a continuare la lettura con il prossimo capitolo: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 6 – I Sindar e gli Uomini
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Al prossimo articolo!
A quanti articoli pensi di arrivare? Giusto per sapere quante scorte di patatine acquistare… 😛
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Non sono neanche a metà 😅 non ne ho idea 🙈
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Bella sintesi, ma c’è una svista, Turgon e Fingon sono figli di Fingolfin, invece Finrod e Galadriel sono figli di Finarfin, ricontrolla che qui hai messo il contrario
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Grazie! Sistemo subito 😄
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Ottimo lavoro, mi è davvero piaciuto! Sono d’accordo con te che il Silmarillion, per certi versi, è ancora più appassionante del Signore degli Anelli: ha una caratterizzazione maggiormente epica. Non sapevo che Feanor fosse uno dei tuoi personaggi preferiti…forse dovresti dedicarci un articolo specifico;)
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Grazie Domenico, come sempre!
Per quanto riguarda Fëanor, prima finisco questa serie di articoli e poi ci penso. Ti assicuro che durerà ancora molto 😅
É un’impresa più ardua di quello che pensassi
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Senza dubbio…ma sono certo che saprai portarla avanti nel miglior modo possibile. Ci saranno tanti argomenti da trattare, tanti spunti da discutere…insomma, ne leggeremo delle belle;)
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Anch’io faccio parte del filone che reputa migliore il Silmarillion, è più vario, completo, realistico
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Solo a me non piace Feanor? 😀
Comunque, andrò controcorrente ma per me è stato un bene che “Il Silmarillion” e “Il Signore degli Anelli” non siano stati pubblicati assieme, proprio perché, per certi aspetti, sono molto diversi. Certo, avrei preferito che il Professore riuscisse a dare personalmente alle stampe l’opera a cui ha lavorato per tutta la vita… però, a parte questo, penso sia meglio che i due libri siano “separati”. Inoltre, se devo dire la verità, non trovo “Il Silmarillion” migliore; è senza dubbio più epico, ma “Il Signore degli Anelli” è più moderno e per me ha anche una trama più bella. Poi lo stile di scrittura è più scorrevole, più vicino a noi… Insomma, è un’opera del Ventesimo secolo, pur con tutte le sue influenze medievali e mitologiche – e si vede. Ed è un libro universale, che può piacere a tutti, o quasi. “Il Silmarillion”, invece, è per un pubblico più specifico…
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Il lato che mi piace di Feanor è relativo al suo spirito di fuoco. Solitamente gli Elfi sono tranquilli e pacati, mentre lui è totalmente diverso. Però posso capire perché non ti piaccia, ha molti difetti.
Sulla pubblicazione del Silmarillion e del Signore degli Anelli hai ragione, sicuramente la separazione ha giovato alla lettura. Tuttavia, se fosse stata postuma alla sua pubblicazione, Tolkien non si sarebbe perso d’animo.
Anche il discorso che hai fatto sulla specificità dei pubblici fra le due opere è più che giusto. ISDA è molto più vicino a noi. Però il fascino del Silmarillion è insuperabile, per me.
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