Silmarillion Tolkien book

Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 4 – La Storia di Feanor

Bentornati all’interno della rubrica dedicata al Silmarillion.

Qualora vi foste persi il capitolo precedente, vi invito caldamente a leggerlo qui: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 3 – I Noldor

QUENTA SILMARILLION
(La storia dei Silmaril)

Capitolo 6: di Fëanor e della liberazione di Melkor.

Ci eravamo lasciati con Melkor prigioniero e con le Tre Stirpi degli Eldar finalmente accolte a Valinor. Tolkien chiama questa situazione “il Meriggio del Paese Beato”, il culmine della sua gloria e della sua beatitudine.

In quest’epoca nacque Fëanor, che significa spirito di fuoco. Il suo vero nome è in realtà Curufinwë, ma fu sempre conosciuto come Fëanor, vista la sua indole indomabile.
Conosciamo gli Elfi come esseri riflessivi e pacati. Ecco, Fëanor è esattamente l’antitesi dello stereotipo di Elfo. Il che, come vedremo, sarà un problema.

Míriel, madre di Fëanor e moglie di Finwë, morì subito dopo il parto.
Ricordo che Finwë era il capo dei Noldor ed essendo un Elfo sperava di dare alla luce molti figli durante la sua vita immortale.
L’amore che provava per la moglie lo riversò sul figlio, che crebbe sano e forte e divenne ben presto il più abile dei Noldor a fabbricare qualsiasi cosa, compreso il linguaggio.
In particolare, come vedremo, Fëanor era formidabile nel maneggiare il metallo e le pietre preziose.
Sposò Nerdanel, una Noldor, che gli diede sette figli (ne ho parlato nello scorso episodio).

Nel frattempo, Finwë si sposò con Indis, una Vanya di alto lignaggio. Come ho già detto, questo è l’unico caso in cui un Elfo si è risposato.
Il matrimonio fu felice, anche se oscurato in parte dall’ombra dell’irraggiungibile Míriel.
Indis diede alla luce due figli: Fingolfin e Finarfin.
Fëanor non accettò né il matrimonio del padre, che, sottolineo, per gli Elfi era qualcosa di moralmente inaudito, né i fratellastri.

Dopo avere passato tre ere di prigionia, come stabilito dai Valar, Melkor fu portato al loro cospetto. Quando si accorse della magnificenza delle loro opere divenne invidioso e covò vendetta, ma si finse pentito e docile.
Implorò perdono e promise di risanare i danni che aveva provocato.
Manwë, il capo dei Valar, era talmente puro da non riuscire a comprendere la malvagità. Vide quindi in Melkor un pentimento sincero e accolse le sue richieste.
Non tutti i Valar però credettero alle parole di Melkor, fra cui Mandos, Tulkas ed Ulmo. Fu quindi stabilito che Melkor sarebbe vissuto entro le porte di Valmar (la capitale del regno dei Valar) e sotto stretta osservazione.
Melkor, furbo come una volpe, accettò di buon grado e cominciò a recitare perfettamente il suo ruolo di pentito.

In poco tempo, la sua area di libertà si ampliò sempre più, sinché non giunse a contatto con gli Elfi. Li odiava con tutto il suo essere, perché erano limpidi e gioiosi ed inoltre in essi vedeva la ragione dell’ascesa dei Valar e della sua caduta.
Tuttavia, invece di ostacolarli offrì loro i suoi preziosi servigi.
I Vanyar lo consideravano con gran sospetto. I Teleri erano considerati da Melkor un popolo inferiore, quindi non li considerò neppure.
I Noldor invece, desiderosi di sapienza com’erano, rappresentavano la preda perfetta per i suoi piani.
I Noldor collaborarono quindi con Melkor, tranne Fëanor.
Egli dubitava fortemente delle sue intenzioni ed era geloso di ciò che aveva imparato rispetto alla fabbricazione dei gioielli (alla quale Melkor era interessatissimo…).

Capitolo 7: dei Silmaril e delle inquietudini dei Noldor.

Fëanor, raggiunta un’incommensurabile bravura nell’arte della fabbricazione, decise di realizzare un progetto impensabile.
Dopo un lungo e segreto lavoro produsse i Silmaril, gioielli al cui interno risplendeva la luce dei due immensi alberi di Valinor: Telperion e Laurelin.
I Silmaril erano tre e divennero i gioielli più belli e preziosi nella storia di Arda. Fëanor non rivelò mai il materiale che aveva utilizzato per realizzarli.
Brillavano di luce propria ed erano indistruttibili. E inoltre, lo spirito di fuoco di Fëanor ardeva dentro di loro.

Chiunque vide i Silmaril ne rimase incantato, sconvolto dalla loro bellezza. Varda (la creatrice delle stelle), li consacrò, cosicché nessuna carne mortale, nessuna mano impura, nulla di malvagio potesse toccarli senza bruciare e avvizzire.

Indovinate chi bramò i Silmaril più di ogni altra cosa? Melkor ovviamente.
Così, decise che era giunto il momento di distruggere Fëanor e di inimicare fra loro gli Elfi e i Valar.
Così iniziò a mettere zizzania fra i Noldor. Questi iniziarono a sospettare gli uni degli altri e soprattutto iniziarono a vedere i Valar come dei tiranni. Iniziarono a chiedersi “Perché non possiamo essere anche noi come loro?”
Ma soprattutto, Melkor rivelò loro della prossima venuta degli Uomini, di cui non erano affatto a conoscenza. Fece credere che gli Uomini li avrebbero soppiantati e che dietro il silenzio dei Valar in merito ci fosse qualcosa di oscuro.

In questo clima sempre più teso, la goccia che fece traboccare il vaso fu la seguente.
Melkor fece girare la voce che Fëanor stesse complottando contro i figli di Indis, Fingolfin e Finarfin e viceversa.
Melkor parlò inoltre di armi, che gli Elfi non conoscevano affatto.
Fu allora che i Noldor cominciarono a fucinare spade e quant’altro. Ma in pubblico esibivano soltanto gli scudi, sopra i quali erano rappresentati gli emblemi della casa di appartenenza, ulteriore simbolo della divisione che andava perpetuandosi.

Fëanor, che era sempre un passo avanti gli altri sull’arte della fabbricazione, costruì una fucina segreta dove produsse delle armi terribili, per sé e per i suoi figli.
Lo spirito di Fëanor divenne incontenibile e cominciò a parlare di ribellione contro i Valar, di liberazione dei Noldor e di ritorno nella Terra di Mezzo.

Fu allora che Finwë, capo supremo dei Noldor, decise di convocare un concilio. Fingolfin si recò subitamente dal padre, chiedendo di frenare le illegittime pulsioni del fratellastro. Quando Fëanor entrò nell’aula del concilio si accorse del confabulare fra i due e disse (cito le testuali parole): “Dunque, è proprio come sospettavo. Il mio fratellastro vorrebbe scavalcarmi ed essere il primo con mio padre, in questa e ogni altra faccenda.” Fëanor era protetto da una stupenda armatura e sfoderò la sua spada dicendo: “Fuori di qui, e statti al tuo posto! Guardala bene, fratellastro. Questa è più tagliente della tua lingua. Provati una volta ancora a usurpare il mio posto e l’amore di mio padre, e può darsi che essa sbarazzi i Noldor di uno il quale vorrebbe essere signore di schiavi.”

Fingolfin non replicò e uscì in silenzio dalla sala, cercando suo fratello Finarfin.
I Valar vennero a sapere dell’accaduto e ritennero Fëanor responsabile dello scontento dei Noldor. Questi fu convocato al loro cospetto e, parlando con loro, emerse il vero artefice dei dissensi: Melkor.
Immediatamente Tulkas abbandonò il concilio per catturarlo nuovamente, mentre Fëanor non venne assolto dai suoi peccati.

I Valar decisero di esiliarlo per dodici anni da Tirion (la città dei Noldor). Fëanor non la prese assolutamente bene e decise di recarsi al nord, dove fondò la città di Formenos insieme ai suoi sette figli. Anche Finwë si trasferì lì, perché provava un amore troppo forte per il primogenito.

Tornando a Melkor, era perfettamente cosciente di ciò che era successo, quindi si nascose e Tulkas infatti non lo trovò.
Dopo diverso tempo, si presentò alla porta di Fëanor offrendogli il suo aiuto contro i Valar. Ma Melkor per una volta si fregò da solo, perché nei suoi discorsi fece intuire le sue mire sui Silmaril.
Fëanor si infuriò e lo maledì, cacciandolo.

Melkor sparì definitivamente da Valinor e i Valar lo cercarono invano.
Se volete sapere cosa architettò, vi invito a leggere il prossimo episodio!
Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 5 – Il giuramento di Feanor

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Al prossimo articolo!

12 commenti

      1. Mi sembra una buona cosa! Personalmente sono abituata a corredare i miei articoli con le immagini, ma è anche vero che spesso sono chilometrici, quindi uso le immagini pure per “spezzare” 😀 Tu riesci mantenerti sintetico, perciò non hai questo problema…

        Piace a 1 persona

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