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Il futuro di Sky: come evolverà il brand?

Scrivo questo articolo in quanto Sky è uno dei brand che più mi affascina ed è anche uno dei più interessanti sul panorama italiano e internazionale. Questo perché si sta evolvendo gradualmente e divenendo sempre più distopico rispetto alla sua naturale essenza.

L’evoluzione di Sky

Nato nel 1990, Sky, soprattutto inizialmente, ha monopolizzato il mercato delle pay-tv in Italia. Non aveva di fatto concorrenti e vantava ogni tipo di programma possibile e immaginabile. Il miglior cinema lo trovavi su Sky, così l’intrattenimento per i bambini, i documentari, la musica, lo sport… Insomma, un abbonamento completo a Sky significava avere un servizio totale di altissima qualità.

Oggi non è più così, quantomeno rispetto al servizio totale. Questo perché sono nate altre realtà che hanno minato gli equilibri del colosso delle pay tv. In particolare, ci sono ormai decine di pay tv, ma quelle che hanno impensierito davvero Sky sono state: Mediaset Premium (con cui poi Sky ha fatto una partnership), Netflix (con cui poi Sky ha fatto una partnership), Amazon Prime Video e Disney Plus.

Pertanto, Sky è stata costretta a competere con queste realtà e a ridisegnare una strategia che, secondo me, ha preso una direzione precisa, sempre più lontana dal mondo delle pay tv.

L’analisi di mercato

Volendo fare una piccola analisi di mercato, di fronte all’entrata in gioco di questi colossi delle pay tv, Sky aveva di fronte due opzioni: fargli la guerra su diritti televisivi, andando ogni ciclo di anni all’asta degli stessi. Oppure, ampliare i suoi settori di mercato diventando qualcosa di diverso.

Inizialmente, Sky ha optato per la prima strategia e di fatto ha vinto contro Mediaset Premium. Tuttavia, Sky ha capito che fosse una strategia troppo dispendiosa, soprattutto dal punto di vista economico e che non dava più garanzie. Infatti, mentre con Mediaset ha lottato 1 vs 1, contro Amazon, Netflix e Disney è tutta un’altra storia. Se poi pensiamo alla crescita di YouTube, mettiamo in gioco un altro attore veramente potente.

Rispetto a questi soggetti, Sky ha avuto non solo un problema di diritti e di contenuti da vendere ai suoi clienti, ma anche di tecnologia. Infatti, pensando per esempio a Netflix, l’azienda ha stracciato Sky sul fronte streaming. Amazon sul prezzo e la Disney rispetto alle facoltà economiche.

In poche parole, dopo anni di dominio, Sky si è ritrovata a lottare contro realtà più forti di lei e anche contro nuove realtà affamate di successo, come DAZN. Ed è per questo che ha elaborato una strategia secondo me giusta.

La strategia di Sky

Sky ha capito che una lotta per il dominio sulle pay tv l’avrebbe condotta alla rovina nel lungo periodo, per questo motivo ha escogitato qualcosa di totalmente diverso, basato su due principi:

  • Costruire delle partnership con tutti i soggetti in campo. Non a caso, Mediaset Premium è incorporato sui canali di Sky, così come DAZN. Inoltre, su Sky Q si possono vedere anche Netflix, Amazon Prime Video e Disney Plus. Come se non bastasse, esiste un abbonamento dedicato a Sky + Netflix. Nessun altro dei servizi citati ha compiuto un’operazione simile, se non con Sky.
  • Diventare una multiutility, investendo soprattutto sulla tecnologia. Infatti, ora Sky non è più semplicemente una pay tv, ma offre altri servizi, come Sky WiFi ed ha investito moltissimo su strumenti tecnologici all’avanguardia, come Sky Q.

Il futuro di Sky

Credo che lo sviluppo dell’azienda e del brand proseguirà verso queste due direzioni. In particolare, prevedo un approdo di Sky nei confronti delle telecomunicazioni e mi aspetto pertanto uno Sky Mobile o qualcosa di simile, nel giro di qualche anno.

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