come scrivere un libro

Pubblicare un libro: casa editrice, Amazon o concorso?

L’idea iniziale dell’articolo era quella di parlare dei concorsi letterari e di evidenziarne le criticità. In seguito ho collegato tale discorso alle altre possibilità che uno scrittore ha per pubblicare un libro: casa editrice e auto-pubblicazione, ossia, banalmente, il self-publishing di Amazon.

Partecipare a un concorso letterario

Partecipare a un concorso letterario è una buona idea? Devi prima sapere a cosa vai incontro:

  1. I concorsi letterari hanno delle scadenze precise, che vanno assolutamente rispettate. Spesso ti obbligano a interagire in più fasi, ad esempio mandando prima una parte del tuo libro, poi un’altra se passa la selezione e così via.
  2. Tali concorsi si perpetuano quindi per lunghi periodi di tempo, che si aggirano intorno all’anno di attività, se il libro arriva nelle fasi finali.
  3. Durante tutto questo tempo, non puoi assolutamente fare nulla con il tuo libro: devi incrociare le braccia e aspettare. Non puoi infatti mandarlo a delle case editrici, farlo partecipare ad altri concorsi o auto-pubblicarlo.
  4. Nella remotissima ipotesi in cui riuscissi a vincere il concorso, il tuo libro verrebbe pubblicato dalla casa editrice che lo ha organizzato. Attenzione: spesso le case editrici che organizzano questi concorsi sono piccole. Di rado le Grandi organizzano tali eventi. Pertanto, rischi di aspettare molto tempo, quando avresti potuto pubblicarlo con la stessa casa editrice nel modo classico, cioè inviando il tuo manoscritto per posta.
  5. Consideriamo inoltre che i concorsi letterari hanno un costo, solitamente intorno ai 50 euro e che ovviamente vince una sola persona.
  6. Il rischio è quindi perdere tanto tempo, denaro, rimanendo alla fine con un pugno di mosche in mano.
  7. In questa situazione infatti, qualora si partecipasse a 10 concorsi nella propria vita, un numero tutt’altro che eclatante, in mancanza di vittoria si perderebbero 10 anni alla ricerca di una pubblicazione.
  8. E poi, se dovessi vincere, cosa otterresti? Una stretta di mano, un attestato, la pubblicazione del tuo libro, un giorno di gloria su qualche media locale e basta. Di fatto, quanti concorsi letterari ci sono e di quanti autori vincenti ci ricordiamo? Personalmente nessuno, a parte qualcuno che ha vinto il Premio Strega e viene sponsorizzato di rado sui media nazionali.
    Insomma, vincere un concorso letterario, nel 2020, non è come 50 anni fa, quando la lettura era diffusissima all’interno della popolazione.

Oggi possiamo infatti parlare di problema culturale, in quanto gli italiani non leggono e quando lo fanno, spesso incappano nei famosi libri spazzatura, come quelli degli YouTubers. Per carità, non ho niente contro di loro, né contro le case editrici che li supportano, in quanto del resto guadagnano fior di soldi grazie a loro. Infatti, è assai probabile che uno YouTuber venda più copie di un illustre letterato.
Non sono un moralista, non spetta a me giudicare il sistema. Bisogna prenderne atto e agire di conseguenza.
Qui puoi vedere tutti i concorsi letterari attivi in Italia.

Pubblicare il proprio libro con una casa editrice

Appurato che partecipare a un concorso letterario è sconveniente per un autore emergente, vediamo ora se gli convenga pubblicare il proprio libro con una casa editrice. Ne ho già parlato in altri miei articoli, che troverai in fondo a questo e cercherò quindi di essere sintetico.
Ciò che posso dire è che conviene assolutamente pubblicare il proprio libro con una casa editrice se e solo se ci si fidi ad occhi chiusi di lei. Vi consiglio infatti di seguirla sui social, di conoscerne i membri e di chiedere il parere di altri scrittori che hanno pubblicato con lei.

Ma non è comunque detto che il vostro libro abbia successo, anche con la migliore piccola casa editrice di questo pianeta. Infatti, il numero di copie che questi piccoli editori possono vendere è molto basso, in quanto hanno sempre vissuto di fiere, alle quali sempre meno gente partecipa e alle quali il Covid ha dato in parte il colpo di grazia.
Queste case editrici non hanno poi una grande forza sul web. Sono poche quelle indicizzate, che ricevono visite da nuovi utenti. E sono ancora meno quelle in grado di vendere efficacemente su internet. Molte hanno un e-commerce personale, pochissime vendono su Amazon.
Capite da soli che è un grande problema, in quanto l’utente medio compra su Amazon e non va sull’e-commerce di una casa editrice, dove i libri hanno oltretutto dei prezzi assai superiori a libri famosissimi, che puoi acquistare su Amazon o in libreria.

Di fatto, gli Italiani mediamente comprano pochi libri e quando li comprano, vogliono farlo velocemente e spendendo poco. Pertanto, le piccole case editrici vengono automaticamente tagliate fuori dal mercato.

Detto questo, conviene pubblicare con una casa editrice se hai bisogno di lei per crescere ed essere visibile come scrittore. Altrimenti, hai più possibilità di vendere da solo, specialmente se hai già un bacino di potenziali lettori, perché hai un sito internet o un buon seguito sui social.

Auto-promuovendoti, infatti, non hai vincoli contrattuali, puoi scegliere il prezzo e le promozioni del tuo libro e puoi farne quello che vuoi, perché hai pieni diritti sull’opera.

La via dell’auto-pubblicazione di un libro

Fino a qualche anno fa, auto-pubblicare un libro era considerato un insulto alla scrittura e io stesso ho sempre pensato che, dato che è estremamente difficile che un buon editore, anche piccolo, pubblichi il proprio libro, sia il piano B di chi non è riuscito a trovare un editore.

Ma adesso i tempi sono cambiati. Per tutti i motivi che ho detto sopra, questa strada è percorsa da un numero sempre crescente di scrittori. Attenzione, molti di questi non aspirano a diventare ricchi. Vogliono solo essere sicuri di pubblicare il proprio libro e di promuoverlo come vogliono, consapevoli che potrebbero vendere di più che insieme a una casa editrice.

Parlando con degli scrittori emergenti di successo, ho scoperto che 500 copie vendute in un anno è un numero molto alto. Pensandoci, parliamo di più di una copia venduta al giorno.
Considerando i diritti di autore, quasi mai superiori al 10% con le case editrici, i guadagni sono minimali. E purtroppo i guadagni rimangono scarsi anche da autore indipendente, perché è altrettanto difficile vendere.

Conclusioni

Bisogna prendere coscienza del fatto che, qualunque sia la strada che lo scrittore scelga di intraprendere, le possibilità di successo sono purtroppo scarse.
Spero tanto che ci sia un risveglio dell’editoria nei prossimi anni, ma dubito che possa avvenire. Infatti, le nuove generazioni crescono con hobby diversi dalla lettura. E saranno loro il pubblico di potenziali lettori del futuro.

In conclusione, pubblica il tuo libro per passione, non per denaro o per successo, perché se li rincorri in questa situazione ti sfuggiranno sempre.
Sogna, ma rimani razionale e pondera le tue scelte, capendo il prima possibile quali sono i tuoi obiettivi e quindi quale sia la migliore strada per te.

I miei sono consigli sono disinteressati e basati sulla mia esperienza personale, nel mondo della scrittura e del marketing.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda!

Ti consiglio di guardare questo video, anche di ascoltarlo come se fosse un podcast se hai poco tempo. Dico molte cose in più rispetto a questo articolo!

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16 commenti

  1. Se uno pensa di diventare ricco scrivendo libri, sbaglia di brutto: J.K Rowling è un caso isolato.

    Per quanto mi riguarda, consiglierei il concorso: ok, sono spesso organizzati da piccole CE, ma un principiante non può sperare essere pubblicato dall’Enaudi o dalla Sellerio. Se il manoscritto è
    buono, potrà vincere il concorso o addirittura ricevere una proposta editoriale, anche se non ha vinto. Inoltre, esistono dei concorsi gratuiti e seri organizzati da piccole e medie CE. Chiedere “così” a una casa editrice servirà spesso a niente perché i manoscritti inviati spontaneamente sono spesso (dico spesso, non sempre) cestinati e l’autore rimane il becco nell’acqua, senza nemmeno avere una mail di rifiuto. Non conosco bene il self-publishing, ma credo che l’autore dovrà pensare lui a tutti gli aspetti dell’edizione e sarà più una spesa che altro e la concorrenza è feroce, come il publishing su Amazon.

    Con un concorso (sceglieteli bene), l’autore è sicuro di essere informato sul destino della sua opera: la CE sarà obbligata di leggerla e di valutarla. Credo che sia meglio aspettare l’esito di un concorso durante qualche mese, ma essere sicuro di essere letto, che inviare un manoscritto senza nessuna sicurezza.

    Ma, ahimè, gli italiani leggono poco (eh? Ma tutte le copie di “50 sfumature di qualcosa”, i libri delle star del foodporn e compagnia bella si vendono eccome, chissà perché) e un autore deve lavorare sodo per conquistare il lettore, e concordo perfettamente con te quando dici che uno deve scrivere per passione.

    Ah, dimenticavo: l’autore non deve mai sborsare un centesimo per la pubblicazione della sua opera.

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    1. Grazie del commento! So che sei nel settore e un parere esperto non può che arricchire il mio articolo e per questo ti ringrazio ancora di più.
      Interessante il tuo discorso sulla lettura della CE durante un concorso, non ci avevo pensato. È vero quello che dici, ma è comunque assai difficile vincere un concorso, è vincolante durante la sua durata e soprattutto non ci sono garanzie di successo per il proprio libro.
      Di fatto, tutto si chiude sempre su questo: in Italia si legge pochissimo e i romanzi ormai sono un genere di nicchia, di qualsiasi genere.
      Ma d’altronde non puoi obbligare le persone a comprarli e se preferiscono acquistare “Come dimagrarire in 10 mosse” o i libri scritti dagli YouTubers sono giustamente affari loro.
      Bisogna guardare in faccia la realtà e aiutare gli scrittori emergenti o gli aspiranti scrittori a capire qual è questa realtà, che purtroppo nel 2020 offre un quadro spietato e che costringe a ponderare bene e con acutezza le proprie scelte, nell’ottica di non sprecare tempo, energie, denaro.

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      1. Nessuno al mondo ti può garantire il successo di un libro, è sempre un po’ come scommettere sulle corse dei cavalli. Credo che se uno vuole avere successo, deve fare leva sulle tendenze del momento o addirittura prevedere quelle future per non farsi affogare dalla concorrenza.

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