Il ciclo del viaggio della Jerle Shannara libro

Il ciclo del viaggio della Jerle Shannara: trama, riassunto e recensione

Questo libro è stato da me acquistato erroneamente. Intendevo acquistare Il ciclo di Shannara, ossia la saga cardine dell’autore Terry Brooks, alla quale è ispirata l’omonima serie tv.

Mi sarebbe piaciuto leggerla perché la serie tv mi aveva profondamente deluso, nonostante le alte aspettative. Brooks è considerato come un grande autore fantasy e non avevo ancora letto una sua opera.

Poco male in realtà, perché Il ciclo del viaggio della Jerle Shannara è un sequel del Ciclo di Shannara, ambientato centinaia di anni dopo, ma comunque autoconclusivo e slegato dall’opera precedente, se non per alcuni dettagli non fondamentali che però, se conosci la trama e i personaggi antecedenti, apprezzi maggiormente.

Si tratta di una raccolta di più libri, usciti singolarmente negli anni e raggruppati.

Trama

L’ambientazione è la stessa del Ciclo di Shannara, ma ci troviamo centinaia di anni dopo gli eventi lì accaduti. Siamo in un mondo post apocalittico dove la magia e le creature magiche si sono risvegliate.

Mentre nel Ciclo di Shannara si dà importanza agli scenari politici, agli intrighi e alle varie razze che popolano la Terra, in questo caso ci troviamo di fronte a un romanzo di avventura, oltre che di formazione.

Per certi versi mi ha ricordato molto Il Viaggio del Veliero delle Cronache di Narnia. Infatti, il druido Walker, ultimo della sua stirpe ed erede del noto Allanon, organizza una spedizione dopo che lo scomparso principe degli Elfi naufraga con appresso una mappa su cui è disegnata una rotta.

L’obiettivo della spedizione è scoprire cosa ci sia al di là dell’oceano e come mai il principe sia scomparso per così tanti anni, insieme a tutti i suoi compagni. Walker ha inoltre un secondo e più importante fine: trovare la fonte di magia che dalla mappa risulta essere oltremodo primordiale e potente.

Il re degli Elfi concede per la spedizione la Jerle Shannara, il gioiello della sua flotta, salvo poi essere assassinato. La Strega di Ilse, antagonista di Walker, viene a sua volta a conoscenza della mappa e intende arrivare alla meta per prima.

La Jerle Shannara è una nave volante. Già, in questo mondo le navi volano, grazie all’utilizzo di cristalli magici che rilasciano grandi quantità di energia.

Come anticipato, il focus del libro non è sugli intrighi e quant’altro, ma sul viaggio. Questo viene organizzato nei dettagli e a bordo della nave salgono i migliori corsari e guerrieri Elfi a disposizione. Vengono coinvolti anche Bek e suo cugino Quentin, due giovani ragazzi umani i quali per circostanze ancora non chiare sono inseriti all’interno dell’equipaggio. Ad essere precisi, Quentin è un Leah, in grado di bandire l’omonima spada la quale sprigiona una potente magia quando utilizzata. Non la sa ancora controllare, ma imparando può essere determinante. E Bek? Lo scopriremo più avanti…

I personaggi

Il punto forte di questo libro sono sicuramente i personaggi. Nonostante il il romanzo abbia quasi mille pagine, questi sono ridotti e molto approfonditi.

L’autore è onnisciente e riporta continuamente i loro pensieri e le loro sensazioni, soprattutto dei principali. Quando a un certo punto del viaggio sono costretti a dividersi, inizia ad esserci una diramazione di trame in capitoli dove ciascuna segue un personaggio o un gruppo di personaggi.

Tutto il libro è basato sui personaggi, sono la cosa più importante di tutte, anche più delle trama che, onestamente, non è poi così entusiasmante. Tuttavia, i personaggi la rendono interessante e anche se abbastanza scontata non mi è dispiaciuta affatto.

Nonostante Walker e la Strega di Ilse siano centrali all’interno della trama, Bek è sicuramente il protagonista del libro, in quanto funge da trait d’union tra i due. Non intendo rivelare i motivi, ma resta il fatto che Bek è la ragione per cui definisco quest’opera un romanzo di formazione. Non è nemmeno il classico ragazzino la cui vita cambia da un giorno all’altro alla Eragon, per cui gioca a fare il grande. Rimane con svariate fragilità e nonostante abbia dentro di sé un potenziale enorme ha bisogno di tempo per imparare ad usarlo. È molto umano e poco supereroe.

I mutatori di forma

Uno dei personaggi più interessanti è Truls Rohk, il mutatore di forma che prende parte alla spedizione della Jerle Shannara.

I mutatori di forma sono un’invenzione di Brooks, macabra, ma geniale. I mutatori di forma sono degli spiriti in grado di cambiare forma e aspetto a proprio piacere. Sono esseri magici, pericolosi, imprevedibili, territoriali e xenofobi.

Truls Rohk nasce dall’unione proibita tra un uomo e una mutatrice di forma. Un sacrilegio contro natura, un abominio. La rappresentazione fisica di Truls Rohk è perfetta per un horror. Non è nè un uomo, nè uno spirito, ma un ammasso di ossa e carne mellifluo e in grado di adattarsi al contesto. Un “macinato” vivente.

Questa sua condizione lo rende unico al mondo, sia per caratteristiche, sia per solitudine. Infatti, i mutatori di forma non lo considerano uno di loro e lo respingono, gli Uomini lo temono.

Tuttavia Walker crede fortemente in lui, nelle sue doti e nel fatto che, per quanto tenebroso, abbia un grande cuore. Come previsto dal druido, Truls Rohk si affeziona a Bek e sarà il suo protettore. Ho apprezzato tanto che sia per Bek un vero protettore, non per finta. Nel senso che senza di lui Bek sarebbe certamente morto in più occasioni.

Truls Rohk è infatti uno degli esseri più potenti del libro. Oltre a una forza sovrumana, è velocissimo, agile, furtivo, con dei sensi ultra sviluppati e una considerevole resistenza alla magia.

In generale, il tema del grottesco è presente spesso nel libro, anche con i Wonk, creature ibride tra macchine e uomini. La macchina utilizza il corpo umano per assumere una forma antropomorfa, solamente che per farlo uccide l’uomo, lo smembra e poi lo rianima. L’uomo rimane intrappolato e la cosa ansiogena è che rimane cosciente: la sua anima c’è, ma non ha il controllo su ciò che fa. Insomma, una cosa raccapricciante.

Conclusioni

Il ciclo del viaggio della Jerle Shannara è un libro strano. È lungo, prolisso, ma non noioso. Ha pochissimi personaggi in proporzione, più importanti della trama ed è bene che sia così perché il risultato è ottimo. La trama è scontata, prevedibile, già vista e poco intrigante, ma paradossalmente la segui facilmente e con interesse. I colpi di scena sono telefonati, ma efficaci.

Insomma, è il libro delle contraddizioni, che rileggerei. Forse è andata bene che abbia sbagliato il mio acquisto. Non so se leggerò il Ciclo di Shannara, in questo momento sono sazio di Brooks. Parliamo comunque di quasi mille pagine di libro. Sopratutto all’inizio dovevo calarmi in uno scenario nuovo e memorizzare diversi elementi. Non è una lettura leggera, però mi ha catturato.

Lo consiglio? Se come me hai già letto diversi fantasy, assolutamente sì. Perché è diverso da tutti gli altri nello stile, sebbene scopiazzi un po’ di qua e un po’ di là. Brooks scrive benissimo. Gli stessi contenuti scritti da qualsiasi altro sarebbero noiosi e illeggibili. Lui è fenomenale a rendere interessante una rottura di scatole. È un autore che ti insegna a scrivere.

Viceversa, se sei alle prime armi nel genere non ti consiglio questo libro. Ti stuferesti subito e non arriveresti a metà, serve più maturità e anche la consapevolezza che il fantasy è un genere molto difficile dove tanti scrittori si tuffano e anche i romanzi più famosi a volte non sono niente di che.

Infine, se hai visto l’aberrante serie tv sul Ciclo di Shannara, in questo caso hai l’opportunità di cancellare quel cattivo ricordo e dare una seconda possibilità a questo autore.

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10 commenti

  1. Ciao Federico! Il Ciclo di Shannara risente di una palese ispirazione tolkieniana, non saprei se consigliartelo o meno. Non so sei hai avuto modo di leggere il mio blog ultimamente…ho lanciato ufficialmente il progetto di crowdfunding per realizzare un’animazione ispirata al Ciclo del Marinaio. Scrivimi se sei interessato…buona serata!

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