Silmarillion Tolkien book

Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 11 – la riconquista del Silmaril

Se ti fossi perso il precedente capitolo, lo trovi qui: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 10 – Beren e Luthien

QUENTA SILMARILLION
(La storia dei Silmaril)

Capitolo 19: Di Beren e di Lúthien (seconda parte)

Ci siamo lasciati con Beren camuffato da Draugluin e Lúthien da Thuringwethil. In questo modo, raggiunsero facilmente il cancello di Angband. A fare la guardia, c’era Carcharoth, il Mannaro allevato da Morgoth in persona. Era enorme, feroce e potenziato dalle malvagità di Melkor.
Si accorse immediatamente che qualcosa non andava e bloccò l’ingresso di Beren e Lúthien. Lei, imperiosa, si tolse il camuffamento e con voce imperiosa addormentò il lupo.

Così i due amanti riuscirono ad entrare e a compiere un’impresa in cui nessuno era mai riuscito. Raggiunsero infatti la sala del trono di Melkor, sommersa nelle profondità della terra.
Melkor vide Lúthien e la riconobbe, mentre Beren si nascose sotto il trono stesso. Lei non si fece intimorire e si offrì come menestrello alla sua corte.
Melkor rimase incantato da cotanta bellezza e in lui iniziarono a svilupparsi oscuri desideri.

Ora, Tolkien racconta questo passaggio in modo molto romanzato e poco realistico. Posso dirvi che Lúthien riuscì ad addormentare Melkor e la sua intera corte cantando. La corona con i Silmaril cadde dalla testa del Vala e così Beren e Lúthien poterono estrarne uno. Poi, fuggirono in preda al terrore.
Nessuno li intercettò, sino al cancello, dove Carcharoth era più furioso che mai. Si mise immediatamente ad inseguire Lúthien, che era sfinita. Beren allora lo bloccò mostrandogli il Silmaril, splendente come una stella. Carcharoth non si fece intimidire, anzi, azzannò la mano di Beren e la mozzò. Una volta ingurgitata, il Silmaril sprigionò il suo potere e squarciò le interiora del lupo, che fuggì ululando.

Intanto, Beren lottava contro la morte, dato che le fauci di Carcharoth erano avvelenate. Con i suoi poteri, Lúthien cercò di aiutarlo, ma aveva poco tempo, perché le schiere di Morgoth si erano destate. E come spesso accade quando la situazione si complica nell’universo Tolkeniano, arrivano le aquile, capitanate da Thorondor.
Ora, su questo bisogna fare una piccola riflessione. Le aquile sono veramente potenti e un toccasana in tutte le situazioni complicate. Ma non mi sento di dire che Tolkien mancasse di fantasia in questi casi, perché sono i vassalli nella terra di Mezzo dell’essere più potente che ci sia, insieme a Melkor: Manwë. Se considerassimo tutto ciò che sono stato in grado di fare i Valar, fra cui plasmare la stessa Arda, il salvataggio delle aquile è poca cosa paragonato a questo.
Le aquile sono gli occhi di Manwë, che ha sempre protetto le Forze del Bene.

Le aquile riuscirono nell’impresa, salvando Beren e Lúthien da morte certa. Nel farlo, sorvolarono anche Gondolin e Lúthien non comprese di che città si trattasse. Ho apprezzato molto questo raro cliché di Tolkien.
Le aquile lasciarono infine i due amanti ai confini del Doriath e se ne andarono. Beren era ancora inerme e Lúthien credette che fosse morto. Dopo molto tempo, si risvegliò. Lúthien ovviamente era entusiasta di questo e convinse Beren a non tornare da suo padre, in quanto non erano riusciti a recuperare il Silmaril, che era ancora nello stomaco di Carcharoth.

Proprio Carcharoth, impazzito, in quel momento stava devastando tutto ciò che incontrava, provenendo dal nord. Sconfinò nel Doriath, seminando panico e distruzione. Re Thingol fu avvertito, proprio mentre Beren e Lúthien stavano tornando verso casa di lei, per onorare il giuramento. Beren infatti non poteva più vivere da reietto.
I due si confrontarono con Re Thingol, il quale, nonostante Beren non fosse riuscito nell’impresa, concesse la mano della figlia al mortale. Questo perché aveva compreso l’amore che legava i due, dotato di una forza irresistibile. Inoltre, rispettò Beren, reputandolo un Uomo senza eguali, degno di essere equiparato ai più grandi Signori di Arda.

Venuto a conoscenza della presenza di Carcharoth, Beren comprese che era la occasione per portare a termine la missione. Cominciò così la caccia all’enorme lupo, a cui partecipò anche Huan, insieme a molti Elfi. Lo stesso Thingol faceva parte dei cacciatori. Proprio lui fu vittima dell’agguato di Carcharoth. Beren fece di tutto per evitarlo e si frappose fra i due. Senza pietà, Carcharoth lo azzannò al petto. Allora, Huan si avventò su Carcharoth, approfittando della situazione.
Dopo una feroce lotta fra belve, la spuntò, ma a caro prezzo. Lui stesso fu azzannato e il veleno di Morgoth si diffuse rapidamente nel suo corpo. Parlò infine per la terza volta, dicendo addio a Beren. Così morì Huan.

Il Silmaril fu recuperato dal ventre di Carcharoth. Fu dato a Beren, che supplicò Thingol di prenderlo. Il suo giuramento fu pertanto onorato.
L’Uomo venne riportato a Menegroth su una lettiga. Stava morendo. Prima che fosse troppo tardi, Lúthien gli chiese di aspettarla nelle aule di Mandos. La preghiera fu esaudita, perché lo spirito dell’amato attese.
Lúthien si recò quindi alle aule di Mandos e cantò splendidamente per il Vala. Il canto era triste e profondo, lei piangeva. Allora, Mandos fu mosso dalla pietà e convocò lo spirito di Beren. Ma non si fermò qui: chiese a Manwë di poter resuscitare Beren, in quanto non aveva quel potere.

Manwë offrì due possibilità a Lúthien: vivere a Valimar, fra i Valar, ma senza Beren che purtroppo era un mortale. Oppure, tornare nella Terra di Mezzo insieme a Beren per abitarvi ancora, ma senza certezze. Inoltre, avrebbe perso la sua immortalità, divenendo così mortale.
Come nel caso di Arwen, Lúthien scelse una vita mortale.

Il capitolo dedicato a Beren e Lúthien nel Silmarillion finisce qui. Non si sa niente di certo sul loro destino. Leggendo le lettere di Tolkien e i commenti di suo figlio Christopher, si può dedurre che i due abbiamo deciso di vivere da soli, in pace, lontano da tutto e da tutti.
Una foresta divenne la loro casa e vissero lì, in piena armonia. Poi, un giorno, entrambi morirono di vecchiaia, senza rimorsi.

Così si conclude questo articolo, per leggere il prossimo, clicca qui: Il Silmarillion: recensione, riassunto e spiegazione – parte 12 – la Nirnaeth Aernoediad

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Al prossimo articolo!

13 commenti

  1. Come sempre ho molto apprezzato il tuo articolo. Ho solo una perplessità: perché scrivi che Tolkien raccontò il pezzo inerente il canto di Luthien in modo molto romanzato e poco realistico? Forse intendi dire che l’autore non volle approfondire i pensieri oscuri che Morgoth aveva concepito sulla figlia di Thingol?

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    1. Grazie Domenico! Ho visto che anche tu non scherzi, ti sei lanciato sull’inglese! Mi dispiace tantissimo non seguire più il tuo blog come prima, ma ho veramente poco tempo e lo dedico al mio, ovviamente.

      Per risponderti: il modo in cui Luthien addormenta tutta la corte di Morgoth è molto romanzato e più che fiabesco. Insomma, poco realistico. È descritto bene, ma faccio fatica a figurarmelo nella “realtà”, nonostante io sia più che abituato al fantasy.
      Sappiamo perfettamente che il canto nelle opere di Tolkien ha un potere immenso, spesso superiore alla forza bruta e a tanti altri poteri. Tuttavia questo passaggio è un po’ troppo astratto per me. Figuriamoci per una persona non abituata a leggere Tolkien!

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      1. Confermo, da qualche settimana ho iniziato a pubblicare articoli in inglese per venire incontro ai miei followers che spesso provengono dall’estero. Spero tu possa avere tempo di leggere i miei ultimi articoli, perché trattano della grande battaglia combattuta alla fine della Seconda Era dinanzi al cancello nero e so che le narrazioni delle battaglie ti interessano particolarmente. Tornando alla questione di Luthien, paradossalmente la scena del suo canto dinanzi a Morgoth può essere fraintesa nel suo realismo se non si considera un elemento sul quale l’autore stesso, forse per pudicizia, non si sofferma come avrebbe dovuto, vale a dire il desiderio sessuale che il Vala caduto prova nei confronti di Luthien. È questa debolezza che lo distrae (e indebolisce) ancor prima di udire il canto della figlia di Thingol. Dubito che qualunque altra menestrella elfica avrebbe avuto lo stesso effetto su Morgoth se non fosse stata «mostruosamente» (nel senso di eccezionalmente) bella come Luthien.

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        1. Grazie Domenico per le precisazioni su Morgoth! Però Luthien ha avuto lo stesso effetto anche sugli esseri al suo servizio. Rimango comunque perplesso…
          Cercherò di leggere i tuoi articoli! Se fossero Podcast ascolterei ogni singola parola, specialmente quando sono in macchina. Mi manca proprio il tempo per leggere

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      2. Mi aggiungo alla discussione, il canto di luthien ha avuto effetto sui Silmaril e questo ne ha potenziato il canto, se nn c’erano i silmaril, il canto di luthien nn faceva effetto, poi considera che i silmaril hanno l’energia di intere stelle ed io appassionato di astronomia ti dico che è tanta roba.

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    1. Diciamo che la perdita della mano è un ottimo motivo… Però me lo immagino molto diverso: moro, con i capelli molto lunghi e gli occhi azzurri. Poi deve essere tenebroso e tribolato, vedo più adatto l’attore che interpreta Geralt in The Witcher, di cui ora mi sfugge il nome

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