Chi tra noi non ha mai notato che parlando di un prodotto o di un servizio con una persona, per poi accedere a un qualsiasi social, non ha trovato una bella pubblicità di quel prodotto?
O chi tra noi non ha mai notato che fissando il suo sguardo su un determinato contenuto online, contenuti simili venivano poi riproposti all’infinito, fino alla perdita di interesse?
La spiegazione è molto semplice: siamo continuamente controllati quando siamo online, ma anche quando pensiamo di essere offline. Basta avere un dispositivo elettronico con accesso a internet vicino. Non solamente un telefono o un PC, ma anche una televisione o addirittura alcuni elettrodomestici evoluti o il famoso Alexa di Amazon.
Come faccio a dire questo? Ho installato sul mio cellulare l’applicazione Vodafone Station. Per chi non lo sapesse, serve a gestire il router del wi-fi a trecentosessanta gradi e mostra quali dispositivi sono collegati, dandoti la possibilità di bloccarli.
È molto precisa e identifica tutto, comprese le videocamere delle televisioni di casa mia. Quando per la prima volta accediamo a una nuova TV, ci vengono richiesti milioni di consensi che non leggeremo mai, tra cui anche quello di accedere alle tue ricerche internet, ma anche di condividere i tuoi dati verso l’esterno: cosa guardi, per quanto tempo lo guardi… Sempre in un’ottica di controllo e di spingerti ad acquistare sempre più prodotti e servizi.
Tra queste autorizzazioni c’è anche quella relativa alla videocamera. Fantastico, siamo al Grande Fratello senza saperlo o meglio, dovremmo saperlo perché diamo i nostri consensi, ma non capiamo realmente le implicazioni di ciò che facciamo.
Una volta scoperto il discorso della videocamera l’ho prontamente bloccata dalla Vodafone Station e, magia, la TV non funzionava più…
Non ho niente da nascondere, ma sono consapevole che la mia privacy non esiste nel momento in cui uso un dispositivo con connessione a internet. Per non parlare del telefono: a quante applicazioni diamo il consenso di accedere al registratore vocale, ai media e direttamente alla nostro fotocamera / videocamera.
Potenzialmente tutti i social quando li usiamo possono vedere il nostro bel faccione interagire, i nostri occhi muoversi, quanto ci fermiamo a leggere o a vedere una cosa, quanto scorriamo, in una parola: tutto.
Per questo siamo costantemente controllati. È inevitabile, a meno che uno non fugga dalla società verso posti dove (forse) non può essere raggiunto.
Per me l’importante è avere consapevolezza degli strumenti che si usano e come funzionano, perché altrimenti si rischia di utilizzarli male e di essere usati, più che usarli.
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