L'ultima fortezza libro Cornwell

L’ultima fortezza: trama, riassunto e recensione

Chi ha già visitato il mio blog sa che Cornwell è il mio autore di romanzi storici preferito.

Purtroppo ho finito di leggere la superlativa saga delle storie dei re sassoni, a cui si è ispirata la famosa serie tv The Last Kingdom.

Ho letto altre saghe e libri di Cornwell e ho deciso di dare una possibilità a un periodo storico che, pur conoscendolo, non ho mai approfondito in forma romanzata in quanto mi trasmette forte malinconia e tristezza. Sì, per me l’800 è il secolo più triste della storia. Non è nè carne, nè pesce e il mondo è diviso in enormi imperi, che controllano la vita delle persone.

Insomma, non mi convince, ma la storia americana mi attira in quanto ha determinato il mondo per come lo vediamo oggi.

In particolare, l’ultima fortezza tratta degli ultimi focolari di resistenza inglese in terra americana, durante la guerra di secessione.

Lo stile

Mentre in altri capitoli Cornwell ha adottato uno stile confidenziale, vicino al lettore ed accattivante, in questo caso ci troviamo di fronte a un romanzo storico più storico che romanzato.

C’è una fortissima attenzione ai dettagli storici, alle descrizioni, agli eventi, alle caratteristiche della vita dell’epoca che denotano una grande conoscenza da parte dell’autore su questi temi, che tuttavia va a discapito della trama, molto piatta.

Lo stesso vale per i personaggi. I principali sono tanti, forse troppi e ognuno pur avendo diversi ingredienti per diventare epico e di ispirazione, è scialbo. Nessuno di loro mi ha convinto e non esiste un vero protagonista.

Bisogna dare atto a Cornwell che è totalmente imparziale rispetto agli avvenimenti, non tifa per nessuno dei due schieramenti e li tratta equamente. Lo stesso vale per il lettore però, che non sa schierarsi.

Il ritmo è lento, molto lento e le scene rappresentate riguardano spesso la quotidianità della vita dell’epoca. Quindi sicuramente è interessante dal punto di vista storico, ma ancora una volta non riesce a catturarti.

Anche le battaglie, per cui Cornwell è sempre stato un maestro, non ti coinvolgono. Sei uno spettatore esterno, onnisciente e apatico.

Conclusioni

La mia opinione su Cornwell non cambia, continuo a reputarlo il miglior scrittore di romanzi storici che ho avuto modo di conoscere.

Questo libro è diverso dagli altri ed è al di fuori delle altre collane da lui realizzate. Non conosco la storia dietro alla stesura del romanzo, ma credo ci sia stata da parte dell’autore la volontà di realizzare un saggio storico romanzato su questo tema, evidentemente a lui caro.

Non credo sia casuale che abbia scelto proprio la fine della guerra di secessione, quando il mondo stava per cambiare senza ancora saperlo.

È interessante vedere come i protagonisti dell’epoca siano stati costretti a scegliere tra la fedeltà nei confronti dell’impero più potente al mondo o verso la terra in cui erano nati. Puntare sul cavallo sbagliato significava perdere tutto o anche morire. Devono essere stati tempi veramente duri e tristi, questo si percepisce molto. Se l’intento da parte di Cornwell era quello ci è riuscito perfettamente.

D’altronde non tutti i libri sono scritti per coinvolgere e appassionare. Alcuni, come questo, non sono che delle finestre su eventi i quali dimostrano la penuria umana di fronte a macrosistemi in cui ci si ritrova coinvolti senza volerlo essere, ma quando ci sei dentro non hai scelta, se non cercare di sopravvivere o impazzire.

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19 commenti

  1. Ciao Federico, non ho capito bene…Cornwell avrebbe scritto un romanzo sulla resistenza inglese negli Stati Uniti all’epoca della Guerra di Secessione? oppure intendevi far riferimento all’epoca della Rivoluzione americana?

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    1. Ciao Domenico, il romanzo è ambientato durante la Guerra di Secessione, quando ormai gli Inglesi avevano perso tutti i loro territori e stavano timidamente e in modo confuso di riconquistarli, dato che il re si era impuntato.

      PS: tremo sapendo cosa uscirà tra poco e penso anche tu 🙈

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      1. Uhm…però non mi risulta che gli inglesi tentarono di riconquistare le loro ex colonie americane. Avevano delle simpatie per i Sudisti per via della loro scelta di privilegiare gli scambi commerciali mentri i Nordisti erano “protezionisti”, ma in materia di schiavismo gli Europei erano molto meno tolleranti degli Americani. Ad ogni modo sapevo che Inglesi e Francesi – cioè le due grandi superpotenze coloniali dell’epoca – scelsero la più rigida neutralità nei confronti dei due sfidanti.
        P.S. Già, ormai ci siamo…il percorso è segnato, continuerà più o meno come la prima stagione…

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        1. Il libro è ambientato durante la Guerra di Secessione mentre gli Inglesi stavano perdendo e avevano ancora pochi avamposti sotto il loro controllo.

          I protagonisti arrivano a bordo di una nave inglese per cercare di riconquistare una baia strategica sotto il controllo americano.

          Un timido tentativo, perché sono in netta inferiorità numerica e mal equipaggiati, ma la loro organizzazione li aiuterà a compiere imprese impensabili.

          Sono d’accordo per la seconda stagione, mi è bastata la clip di Sauron

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          1. Allora sono onorato di avertelo fatto scoprire: è un giallista dal talento straordinario. Grazie a te per l’educazione che dimostri rispondendo sempre ai miei commenti! 🙂

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