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Il destino del guerriero: trama, riassunto e recensione

Ci siamo, siamo giunti all’epilogo della straordinaria storia di Uhtred di Bebbanburg. Ma non solo, siamo giunti alla fine di una straordinaria serie di romanzi storici che rimarrà indelebile nell’olimpo della letteratura.

Con Il destino del guerriero Cornwell ha dato il massimo, riprendendosi anche dagli ultimi non cosi avvincenti. Di tutta la saga, questo è il libro meglio scritto per due motivi: è densissimo di avvenimenti, uno più importante e da cardiopalma dell’altro; Uhtred è più che mai reale. Hai la percezione di averlo a fianco in ogni secondo. Percepisci le sue paure, i suoi dubbi, le sue speranze, la sua tensione, tutto.

La trama

Uhtred, ormai anziano, è stabilmente il lord di Bebbanburg. Se fosse per lui trascorrerebbe in pace il resto della sua vita nella fortezza natale, ma non gli è concesso dal fato: Bebbanburg, per la sua posizione strategica, è divenuta l’oggetto del desiderio di tre superpotenze.

Scoti, Sassoni e Vichinghi bramano le terre di Lord Uhtred e lui lo sa. È pronto all’arrivo di una tempesta, ma gli rimane un dubbio impresso nella mente: da che parte stare? Già, perché le tre superpotenze tra loro non si amano, affatto.

Per tutta la vita Uhtred ha combattuto con i Sassoni e per i Sassoni, ma ora il suo pupillo e re del Wessex, Athelstan, lo disconosce. Anzi, lo vede come un avversario, sobillato da consiglieri doppiogiochisti o bramosi di potere.

Per questo motivo Uhtred inizialmente lo ritiene il pericolo numero uno, anche perché i Sassoni hanno singolarmente l’esercito più numeroso e temibile. Uhtred non potrebbe mai sconfiggerli da solo o resistere a un assedio prolungato.

Per questo motivo decide di mischiare le carte in tavola e per farlo agisce come solo lui sa fare: con l’astuzia di una volpe, come un grande stratega.

Attraverso una serie di mosse e contromosse riesce a dissuadere i suoi avversari, che rinunciano alla presa diretta di Bebbanburg. Come è solito fare, Uhtred riesce ad eliminarne anche alcuni, fortificando la sua posizione. Ma sopratutto sigilla nuovamente l’alleanza con Athelstan, anche grazie all’aiuto del suo primogenito, prete del re e del suo vecchio amico e grande guerriero Steapa, che The Last Kingdom ha deciso di fare morire in una delle prime stagioni della serie.

L’alleanza con Athelstan non nasce da una profonda amicizia ma da un bisogno immediato. Scoti, Irlandesi, Vichinghi e traditori dei Sassoni si sono alleati per spazzare via il dominio incontrastato del Wessex, sempre più vicino a realizzare il sogno di Alfredo, cioè la formazione dell’Inghilterra.

Ancora una volta Uhtred deve calpestare il campo di battaglia e guidare i suoi uomini all’interno della tremenda mischia causata dal cozzare di due muri di scudi. E qui Cornwell si supera, descrivendo gli avvenimenti in modo unico ed esemplare. Non ho mai letto niente del genere, è un capolavoro. Per non parlare di Uhtred e Finan, che nonostante l’età combattono con fervore e grande maestria. Pelle d’oca costante.

Il rapporto del libro con il film di The Last Kingdom

Come anticipato in precedenza, Steapa non è morto nel libro ed è persino il condottiero che guida l’offensiva a sorpresa dei Sassoni, determinante per la vittoria. Inoltre, senza il suo aiuto, Uhtred non si sarebbe probabilmente riconciliato con Athelstan. Insomma, è un grande assente in The Last Kingdom.

Il film uscito quest’anno mi ha deluso, ne ho parlato qui: The Last Kingdom – il film: trama e recensione. Un altro personaggio che ha subito importanti modifiche è il primogenito di Uhtred. Il rapporto tra i due sul grande schermo è di profonda stima, rispetto e amore. Nel libro Uhtred odia suo figlio per essere diventato prete. Lo odia proprio. Solamente in Il destino del guerriero si pente in parte di averlo abbandonato, perché gli salva la vita e impedisce un attacco a sorpresa contro Bebbanburg, rischiando la vita e venendo poi ucciso. Dopo la sua morte, Uhtred si pente di averlo trascurato per anni, ma in ogni caso le sue attenzioni vanno al suo secondo e unico figlio rimasto, che erediterà Bebbanburg.

In generale, il film riprende a grandi linee la trama di Il destino del guerriero, è fedele nei suoi punti chiave. Tuttavia critico profondamente il film per avere tralasciato i libri precedenti e avere compattato tutto.

Ho visto il film prima di finire di leggere il libro e posso dire che la battaglia finale del libro batte cento a zero quella del film. Questo non è normale, perché solitamente tali avvenimenti rendono di più sul grande schermo che su delle pagine. Ancora una volta è merito di Cornwell ed è un demerito degli sceneggiatori.

Un’altra cosa da sottolineare è l’attenzione ai personaggi. In una saga così densa di materiale è un attimo perdersi da soli nel dare coerenza a tutti i personaggi che vengono nominati. The Last Kingdom infatti ha fatto una cernita tenendono pochissimi tra i principali. Cornwell invece no. In Il destino del guerriero non se ne perde uno, anzi, li tira fuori tutti. Molti chiaramente muoiono nella battaglia finale e lo stesso Uhtred è costretto ad uccidere amici o conoscenti di vecchia data. Questo per me significa essere uno scrittore: dare coerenza e magnificenza a tutto.

Conclusioni

Se ancora non sei convinto a leggere Cornwell, beh, convinciti. Che ti piacciano i romanzi storici o meno non importa. La saga dei re sassoni è adrenalina pura, un capolavoro.

Il destino del guerriero è l’ultimo libro della saga. Non rivelo il finale, nè l’epilogo, ma entrambi mi hanno soddisfatto.

Uhtred è e rimarrà sempre il mio personaggio preferito in assoluto. La serie tv gli rende giustizia ma l’Uhtred dei libri è imbattibile. Sapere infine che un fondo di verità c’è consiste in un’ulteriore conferma della straordinarietà di quest’uomo.

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