Robin Hood è la classica storia che conosci, ma che non hai mai letto.
Ho visto film, cartoni, spot, qualsiasi cosa riguardante Robin Hood, ma non avevo ancora mai letto il libro. E non potevo non farlo, visto che è un personaggio che mi ha sempre coinvolto, l’emblema dell’eroe che si batte per gli altri, sopratutto per i più deboli.
Ebbene, il libro ha sfatato questo mito… Alexandre Dumas è il suo autore, il quale sebbene sia vissuto quasi 200 anni fa, ha uno stile moderno e accattivante. Ho trovato la lettura scorrevole, piacevole e intrigante. Ma procediamo con ordine.
La trama
Robin Hood nasce nell’Inghilterra del XII secolo da una famiglia nobile stabilita nei pressi di Nottingham, dove si svolge la maggior parte della storia.
Per una serie di circostanze, diventa presto orfano e viene affidato a un’umile famiglia che vive nella foresta di Sherwood. Cresce con la consapevolezza di essere stato adottato, ma ama i genitori adottivi come se fossero i suoi e impara da loro tutto ciò che può, sopratutto l’arte del tiro con l’arco dal padre.
Capiamo sin da subito che Robin è un asso nel tiro con l’arco, in grado di compiere prodezze più uniche che rare, pur essendo ancora adolescente.
Ancora ignaro delle sue origini nobili, dà prova della sua bravura divertendosi a trivellare di colpi non mortali un bandito che cerca di aggredire e rapire una donzella.
E indovinate chi è? Ovviamente Lady Marian, che insieme al fratello Allan Clare stava viaggiando e passando nei pressi della casa di Robin.
Robin si innamora follemente di lei a prima vista e offre ai due giovani ospitalità presso la sua dimora. Ciò da inizio a una catena di eventi che vede, in ordine:
- Una memorabile battaglia tra un manipolo di banditi, la famiglia di Robin, Allan e Fra Tuck all’interno della casa di Robin (vale la pena leggerla, perché è scritta magistralmente).
- La cattura di Allan e Robin da parte del Signore di Nottingham (non si parla di sceriffo) il quale osteggia con tutto se stesso il matrimonio.
- La fuga di Robin e la mancata storia d’amore tra lui e Maud, la serve della figlia del Signore di Nottingham, la quale si innamora follemente di Robin, che mai la ricambierà. Fra Tuck invece si innamorerà follemente di Maud e sarà gelose di Robin in quanto la ragazza mai lo considererà, così come Will Scarlet, il migliore amico di Robin, si innamorerà di lei. Insomma, è un bel casino amoroso.
- La vera e propria guerra tra il Signore di Nottingham, che rappresenta lo strapotere cittadino, contro gli abitanti della foresta di Sherwood e delle campagne di Nottingham, che rappresentano il volgo.
- La nascita del “regno” di Robin nella foresta di Sherwood.
In questo epico scontro, molto sangue viene versato, anche innocente e vi posso assicurare che Robin Hood non è una lettura da favola Disney, anzi. La credenza popolare inscena un Robin Hood principe dei ladri, che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
In realtà Robin è un guerriero spietato, che uccide senza rimorso per difendere ciò che ama e ciò che crede essere giusto. Tra l’altro non per fini collettivi, ma egoistici: l’amore per Marian e la sua famiglia.
Conclusioni
Come anticipato, Robin Hood è un libro avvincente, dal ritmo serrato e ti prende fin dalle prime pagine. Sono contento di averlo letto perché oltre alla sua gradevolezza, restituisce una storia totalmente diversa da quella che negli anni mi era stata inculcata.
Onestamente la preferisco, perché l’immagine del Robin Hood che tutti abbiamo è troppo utopistica e perde di credibilità.
La realtà contempla invece la vita di un uomo che come tanti altri ha dovuto fronteggiare un’epoca dura e spietata come il Medioevo, dove i principi del mors tua, vita mea e homo homini lupus erano imperanti.
Una cosa in comune tra il Robin del XXI secolo e del XIII c’è: sono entrambi estremamente simpatici e dei fenomeni con l’arco.
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Pensa che alla fine degli anni Quaranta, in pieno maccartismo, fu proibita la lettura di Robin Hood nelle scuole americane perché considerato un comunista…
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Ciao, non c’entra assolutamente niente! Non so se lo hai letto, ma spiega proprio come lui chiedesse una tassa di passaggio per la foresta di Sherwood a tutti. Poi la commisurava in funzione della ricchezza, ma nessuno passava gratis e le risorse servivano a lui e ai suoi fedeli.
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Sì, l’ho letto e ho scritto questo commento proprio per spiegare come l’immagine “tradizionale” di Robin Hood sia stata adoperata anche in altri tipi di contesti. P.S. Bisognerebbe controllare, ad ogni modo, come in altri prodotti letterari “storici” sia stato sviluppato questo personaggio: per esempio, so che Robin Hood è un co-protagonista del romanzo “Ivanhoe”
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Non ne ho letti altri, però diciamo che questo dovrebbe essere quello a cui si fa più riferimento
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We, bentornato!
Pensa che non avevo idea ci fosse un effettivo romanzo: credevo che Robin Hood fosse il protagonista di un corpus di leggende e canzoni medievali, magari raccolte e sistematizzate un po’, non sapevo che ci fosse una base narrativa compiuta. Anche per questo prendevo per buona la versione Disney del personaggio, perché ce lo vedo come il protagonista idealizzato di una leggenda, il coagulo delle virtù che un eroe medievale dimostra di avere nel proteggere il popolo contro il tirannico potere dei signori; una figura ideale come l’eroe cortese e la dama angelicata, in un certo senso.
Ma tanto sappiamo tutti che la versione migliore di Robin Hood è quella di Mel Brooks!
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Ciao, grazie!
Io invece conoscevo il libro ma non avevo idea delle diversità rispetto alla versione Disney, di cui ero convinto.
Concordiamo assolutamente su Mel Brooks!
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