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Perché il fantasy piace?

Un sociologo di nome Weber una volta disse che viviamo in un mondo disincantato.
Caspita se aveva ragione. Crediamo in poche cose e spesso sono materiali.
Una volta entrati nel mondo degli adulti ci accorgiamo che il mondo che ci era stato descritto quando eravamo piccoli non esiste.
Non esistono le fate, le foreste incantate, i principi, le principesse, le avventure…
Scopriamo improvvisamente che per anni abbiamo vissuto con tante menzogne in testa e penso che parte della colpa spetti al sistema scolastico, che modifica completamente la formazione di bambini dalle elementari, alle medie.
Il mondo incantato, bello, in cui credevamo, non esiste.

Il disincanto nel mondo

Forse gli unici due momenti dell’anno che permettono di incantare nuovamente il nostro mondo sono il Natale e il compleanno. In entrambi i casi viviamo un’atmosfera magica, che a tutte le età apprezziamo come quando eravamo piccoli. Pensate solo alla neve che cade il giorno di Natale, meravigliosa! Sembra di essere in un film di Harry Potter, rimaniamo incantati da cotanta bellezza.
Per il resto dell’anno la nostra vita è disincanta, perché in pochissimi momenti ci troviamo di fronte a eventi che ci emozionino fino a toccarci nel profondo. Ogni volta che accade, rimaniamo stupiti da questa rarità.

Fantasy land GIF

Credo quindi che la risposta alla domanda che intitola l’articolo sia molto semplice.
Il fantasy è un genere che ci permette di riconnetterci con il nostro io più profondo, con i nostri sogni, con i nostri desideri.
Ci permette di vivere le avventure che difficilmente possiamo affrontare nella vita quotidiana.
Quando leggiamo un libro, quando guardiamo un film fantasy, veniamo trasportati da un flusso che ci culla fino a portarci nei meandri della nostra mente, dove vive la nostra parte incantata. Quante volte abbiamo pensato: “Come mi piacerebbe vivere in quel luogo magico, così diverso dalla mia realtà”?
E chi non vorrebbe farlo?

Conclusioni

Per fortuna che esiste il fantasy, per fortuna c’è un po’ di incanto in questo mondo disincantato.
Certamente non è salutare vivere in un mondo che non esiste. La realtà è una sola e in questa non ci sono draghi e cavalieri. Però, è assai salutare liberare la nostra creatività, la nostra fantasia, che ci fa sentire vivi e umani. Fantasy e fantasia, un binomio indissolubile che adoro.

Vi lascio cullare da questa melodia, che vi consiglio di ascoltare ad occhi chiusi e lasciare che la vostra mente viaggi. Ve ne sarà grata!

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Al prossimo articolo!

30 commenti

  1. Molto bello questo tuo articolo, l’ho apprezzato particolarmente! Proprio in questi giorni stavo riflettendo su una possibile evoluzione del fantasy nella contemporaneità, in relazione all’affermazione di un ritmo di vita sempre più frenetico e, soprattutto, in relazione all’affermazione della realtà virtuale. Quali conseguenze avranno questi fenomeni sulla capacità umana di immaginare e dunque, implicitamente, anche sul fantasy? Positive o negative? L’immaginazione continuerà ad essere una «salutare fuga dalla realtà» (come suggeriva il poeta T. Elliott), oppure entrerà in contrasto con un numero sempre più elevato di stimoli provenienti dall’ambiente esterno, senza riuscire a gestirli serenamente? Mi sono posto queste domande, che ora giro a te e ai tuoi lettori, riflettendo su come, nel passato, molti racconti fantastici nascessero durante i «tempi morti»: al tramonto, cioè al termine della giornata lavorativa, nei periodi invernali, e così via. Negli stessi processi evolutivi dall’infanzia all’età adulta umana, i bambini e poi gli adolescenti erano soliti «inventare» qualcosa di fantastico partendo spesso dai tempi morti che restavano loro a disposizione nell’arco della giornata: la «noia», per così dire, generava una propensione della mente verso il fantastico. Nei prossimi anni, invece, cosa accadrà? Mi sembra una domanda stimolante, aspetto la tua risposta e quella di chiunque vorrà intervenire.

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    1. Innanzitutto come sempre mi stupisco del fatto che sei preparato su qualsiasi argomento, se c’è una persona che può vincere “Chi vuol essere milionario” senza aiuti sei tu.
      Per il resto ti posso dire che i temi emersi nel tuo commento li ho studiati più volte all’Università.
      E ti posso dire che hai usato i termini giusti in merito, come ad esempio nella parte riguardante il crescendo degli stimoli esterni.
      Io credo che siano un problema, perchè gli individui pensano poco e agiscono tanto.
      Senza aprire un discorso troppo vasto, a cui magari riserverò un articolo in futuro, mi concentro rispetto al fantasy.
      Credo che nei prossimi anni ci sarà una fusione fra fantasia e realtà digitale, virtuale.
      C’é già stata, a dire il vero.
      Basti pensare ai giochi di ruolo, come la saga di Elder Scrolls.
      Ma anche a Hyperversum della Randall, che nel libro mischia il mondo videoludico e il fantasy.
      Ma penso anche ai grandi giochi multiplayer di massa, come League of Legends, che ormai sono diventati degli sport a tutti gli effetti.
      Diciamo che tutta la realtà si sta digitalizzando. Sicuramente anche il fantasy farà parte di questo processo.
      Ma allo stesso tempo penso che il fantasy in quanto tale non morirà mai. Ci saranno sempre degli autori che continueranno la tradizione!

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      1. Eh, magari fossi in grado di vincere! Scherzi a parte, ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti, sei davvero gentile! Il tuo ragionamento da una parte conferma i miei timori intorno a una fusione fra reale e virtuale e dall’altro mi incoraggia…spero vivamente che il fantasy possa sopravvivere, nonostante tutto…e spero anche che le generazioni future siano ancora in grado di «annoiarsi» (in senso positivo, s’intende) per formulare nuove fantasie…

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  2. A me il fantasy non entusiasma troppo – perlomeno alcune varianti di ciò che può definirsi fantasy – ma senza dubbio è la proiezione di un mondo di fantasia di cui potremmo sentire il bisogno per non pensare alla schifosa quotidianità. O anche solo il desiderio di avere certi poteri di cui leggiamo è una cosa che ha sfiorato tutti, credo. Onestamente non sono sicuro esistano mondi fantasy di mia conoscenza in cui vivrei. Tu hai qualche idea? O magari ne parlerai in futuro?

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    1. Caspita, schifosa quotidianità è un po’ troppo!
      Però sì, senza dubbio il fantasy è un’ottima distrazione che la mente apprezza per rilassarsi e staccare.
      Per quanto riguarda i mondi fantasy dove vivrei, mi hai dato un’ottima idea per un articolo.
      Il primo che mi viene in mente e anche il più scontato, è la Terra di Mezzo.
      Mi trasferirei domani nella Contea insieme agli Hobbit!

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  3. Io alle medie avevo insegnanti che consigliavano di leggere Lo Hobbit di Tolkien, ma non lo consideravano fantasy, bensì “fiaba moderna”, una definizione che forse va meglio per Gianni Rodari e J.K. Rowlings.
    Cmq per me il fantasy non è solo escapismo e fuga dalla realtà: se penso ai toni cupi di autori come Howard, K.E. Wagner e Michael Moorcock (che ovviamente io adoro).

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