I media sono mezzi di comunicazione di massa, l’insieme dei mezzi di informazione. Giornali, radio, televisione, sono esempi di media.
Non discuto in questo articolo tutti i problemi e i difetti che hanno i media, dalle fake news, all’informazione scorretta o filo-politica. Allo stesso modo non li difendo a spada tratta. I miei studi universitari mi hanno permesso di approfondire ogni loro aspetto, positivo e negativo. Pertanto il mio punto di vista è oggettivo e neutrale.
In particolare, voglio ricordare quanto essi siano stati fondamentali in certi momenti storici per favorire la libertà, che il senso comune riconosce giustamente come uno dei principi cardine dell’esistenza umana.
Mi riferisco in particolare ad un evento che accadde proprio oggi, ma ventinove anni fa: la caduta del Muro di Berlino.
Intendiamoci subito, la caduta del Muro di Berlino non è stata merito dei media. Essi hanno però svolto un ruolo fondamentale da catalizzatori, permettendo ai cittadini di Berlino Est di vedere concretamente, attraverso la televisione, il tenore di vita di quelli di Berlino Ovest. Nella modernità le informazioni si spargono velocemente e all’epoca si è sviluppato un senso comune che ha unito la gente per realizzare un obiettivo comune.
Per non citare la prima guerra documentata in diretta: quella in Vietnam.
Molte delle atrocità accadute, dai gas letali, ai genocidi, sono state documentate dai media, che hanno portato negli Stati Uniti un forte sentimento anti-conflitto (basti pensare ai Figli dei Fiori).
Domandiamoci quindi: se non ci fossero stati i media, i comuni cittadini avrebbero mai saputo qualcosa sul Vietnam?
La risposta è: ovviamente no e questo discorso vale per tutte le guerre successive.
In realtà, dopo quell’episodio, i governi mondiali hanno preso delle precauzioni, secondo cui i giornalisti possono accedere alle zone di guerra, ma solo fino a un certo punto.
Specialmente in questo momento dove la tecnologia militare fa paura e ha un potere incommensurabile, un paradossale paladino della libertà è il mondo mediatico.
Riteniamoci fortunati a disporre dei media che ci mostrano cosa accade nel mondo. Danno un’interpretazione dei fatti spesso discutibile, ma ricordiamoci che i cittadini di molti paesi non hanno la fortuna di essere informati.
Pensiamo anche alla tematica ambientale, così attuale in questo momento.
Senza i reportage dei giornalisti, dei fotografi, senza i documentari, non sapremmo niente di ciò che sta accadendo.
Finalmente vedo tante persone sui social che condividono contenuti inerenti al maltrattamento dell’ecosistema terrestre.
Al momento l’indignazione generale sta agglomerando le persone, che sono unite nella lotta contro il climate change.
Senza i media una qualsiasi forma di dissenso contro questo fenomeno disastroso non sarebbe mai nata, se non troppo tardi…
Concludo questo breve articolo, ma denso di punti di riflessione, sottolineando ancora quanto siamo fortunati ad accedere ad una pluralità di fonti di informazione e come i media siano uno dei protettori della nostra libertà.
In merito a questo argomento vi consiglio la lettura di questi articoli:
- Il cambiamento climatico e la figura di Greta Thunberg
- Mediatizzazione, definizione ed esempi: quanto i media condizionano le nostre vite
- Come capire quando un sito web è sicuro
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Al prossimo articolo!
Concordo assolutamente, la libertà di stampa è fondamentale (oserei anche dire che è uno dei pilastri) di un paese democratico!
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I media non vanno demonizzati. Secondo me giornali e telegiornali sono il primo rimedio contro le fake news che girano nei social. Il problema è chi utilizza i social a proprio vantaggio per creare confusione e manipolare il consenso.
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D’accordissimo
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C’è da dire che sono scaduti molto i mezzi di informazione tradizionali: quando si pubblicano
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Partito per sbaglio, dicevo: quando si pubblicano le bufale di un Visetti a caso o quando certi giornalisti (per non dire certe testate) sono più che altro i pubblicitari di questo o quello schieramento politico, diventa difficile fare distinzione tra un giornale e una paginaccia social.
In teoria avremmo un Ordine che dovrebbe vigilare sull’operato dei suoi iscritti, ma in pratica, non fa abbastanza per garantire un’informazione di qualità, secondo me.
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Come ho specificato nella premessa all’articolo sono palesi gli elementi che hai specificato e sono d’accordo con te.
Un fatto può essere raccontato da un punto di vista, ma rimane un fatto di cui tu hai coscienza e che grazie ai media conosci.
Senza di loro non sapresti cosa accade nel mondo e noi abbiamo la fortuna di avere un’informazione, per quanto possa essere reinterpretata, che racconta fatti reali.
Poi è ovvio che tanta gente legge un articolo senza approfondire la fonte e prende per vero tutto ciò che trova.
Ma questo è colpa di quella gente, non dei media in generale. Non so se mi sono spiegato.
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Certo che ti sei spiegato 😉
Il problema è che andrebbe ripensato il nostro rapporto con l’informazione (e con i mezzi che la veicolano) perché se certi problemi ci sono sempre stati, è anche vero che oggi siamo arrivati a toccare abissi vergognosi 😦 e chissà se un domani riusciremo a migliorare o peggiorare.
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